Per la terza notte, i migranti sbarcati alla Playa di Catania, dormiranno nella palestra della scuola A. Doria di Catania.
La situazione, già difficile, oggi è precipitata. La prefettura ha continuato a non garantire medici, interpreti, psicologi e mediatori culturali che potessero sostenere e interpretare i bisogni dei migranti. Fra gli altri, una donna che si rifiutava di essere visitata da un medico uomo, bambini disidratati che avevano bisogno di un pediatra, un uomo in sciopero della fame, donne e bambini fortemente provati psicologicamente. Lasciati soli, sono stati sostenuti solamente da professionisti contattati da noi associazioni antirazziste. Caso emblematico, il minore egiziano, ricoverato da sabato all’ospedale con una grave frattura al bacino, che ha potuto comunicare con i medici solamente attraverso un nostro mediatore volontario. Dal pomeriggio, nessuna associazione presente ha avuto il permesso di entrare. Eppure la scuola non dovrebbe essere una struttura detentiva.
Chi colmerà adesso il vuoto delle istituzioni?
Smentiamo le affermazioni del vice prefetto dott.ssa Giuffrè rilasciate alla stampa nel pomeriggio di ieri. Possiamo testimoniare che lo stato qui è presente solo con le forze dell’ordine.
Ancora una volta, nonostante l’emozione delle prime ore per la tragica morte di sei migranti, l’immigrazione viene affrontata soltanto come un problema di ordine pubblico.
Antirazzisti catanesi.
La situazione, già difficile, oggi è precipitata. La prefettura ha continuato a non garantire medici, interpreti, psicologi e mediatori culturali che potessero sostenere e interpretare i bisogni dei migranti. Fra gli altri, una donna che si rifiutava di essere visitata da un medico uomo, bambini disidratati che avevano bisogno di un pediatra, un uomo in sciopero della fame, donne e bambini fortemente provati psicologicamente. Lasciati soli, sono stati sostenuti solamente da professionisti contattati da noi associazioni antirazziste. Caso emblematico, il minore egiziano, ricoverato da sabato all’ospedale con una grave frattura al bacino, che ha potuto comunicare con i medici solamente attraverso un nostro mediatore volontario. Dal pomeriggio, nessuna associazione presente ha avuto il permesso di entrare. Eppure la scuola non dovrebbe essere una struttura detentiva.
Chi colmerà adesso il vuoto delle istituzioni?
Smentiamo le affermazioni del vice prefetto dott.ssa Giuffrè rilasciate alla stampa nel pomeriggio di ieri. Possiamo testimoniare che lo stato qui è presente solo con le forze dell’ordine.
Ancora una volta, nonostante l’emozione delle prime ore per la tragica morte di sei migranti, l’immigrazione viene affrontata soltanto come un problema di ordine pubblico.
Antirazzisti catanesi.
Catania, 13 agosto 2013
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