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Presidio a Roma per le case Enpaia. Cacciano gli inquilini per far posto ai sindacalisti complici

CASE ENPAIA: FUORI GLI INQUILINI CHE CONTESTANO GLI AUMENTI DEGLI AFFITTI, DENTRO DIRIGENTI SINDACALI E FIGLI.
OGGI DALLE ORE 9,00 PRESIDIO PER FERMARE 8 SFRATTI IN VIA PIAN DI SCO’ 23

 

Alle richieste degli inquilini che da oltre due anni rivendicano canoni di locazione equi ed economicamente sostenibili, l’Enpaia (Ente previdenziale) risponde con gli sfratti.
Oggi mercoledì 18 settembre IN VIA Pian di Scò 23 sono previsti 8 accessi dell’Ufficiale giudiziario accompagnato dagli avvocati della Fondazione che puntualmente richiedono l’intervento delle forze dell’ordine.
La situazione dell’inquilinato Enpaia diventa ogni giorno più critica, tanto che alcuni inquilini che non hanno avuto la forza di resistere sono stati costretti a lasciare in brevissimo tempo i propri appartamenti locati da decenni perché non hanno accettato incrementi dei canoni di locazione anche dell’88%, con l’avallo dei soliti sindacati consociativi. Per 160 di loro sono iniziate le procedure di sfratto per finita locazione, alcune delle quali sono diventate già esecutive.
Alcuni alloggi che si stanno liberando li stanno consegnando ai dirigenti di quei sindacati firmatari degli accordi ed ai loro figli, come è successo in via Pian di Scò al Nomentano.
ASIA-USB, dopo la mattinata di ieri che ha visto centinaia di senza casa e di inquilini resistenti recarsi sotto l’ANCI per chiedere un intervento urgente, rivolge un appello alla forze politiche ed alle istituzioni tutte, sia locali che nazionali, per fermare gli sfratti e gli sgomberi. Chiede inoltre la discussione e l’approvazione delle mozioni parlamentari presentate da quasi tutte le forze politiche, che chiedono la MORATORIA e contestualmente l’apertura del TAVOLO INTER-ISTITUZIONALE, per individuare e condividere le possibili soluzioni ai problemi, non solo del caro affitti, ma anche della dismissione a prezzi speculativi (cosiddetti ‘medi di mercato’), dei conferimenti ai fondi immobiliari, tutti causati dalla politica di gestione a scopo di lucro del patrimonio abitativo degli enti previdenziali pubblici e privatizzati e dei fondi.
Questa gestione sta spingendo nel vortice della crisi economica anche il cosiddetto ceto medio, decine di migliaia di nuclei familiari a Roma e nel resto del paese.

 

 

 

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