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Usb alla Camera: “Serve un piano di grandi opere sociali”

USB IN AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA:

SERVE UN PIANO DI “GRANDI OPERE” SOCIALI

Lo Stato torni ad essere promotore dell’occupazione

 Nel corso dell’audizione in Commissione Lavoro della Camera, che si è tenuta ieri in merito ai temi dell’emergenza occupazionale ed in particolare della disoccupazione giovanile, la delegazione dell’Unione Sindacale di Base, sottolineando la necessità del proseguimento di una costruttiva relazione tra la Commissione e la Confederazione USB anche su altri temi, fra cui in primo luogo “l’annosa e sempre più cogente questione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro e quindi  della rappresentanza e rappresentatività sindacale, anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale”, si è così espressa:

“È convinzione della Confederazione USB  che alla base della gravissima situazione occupazionale nel nostro Paese vi è più di una motivazione e che molte di esse abbiano origine non dalla crisi sistemica in cui siamo immersi da troppo tempo, ma da scelte di politica sociale in assoluta controtendenza rispetto alle necessità, scelte operate per lo più in ossequio alle politiche di smantellamento progressivo del welfare fortemente volute dall’Unione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale non solo nel nostro Paese”.

 “Immaginare di poter invertire la tendenza attuale alla crescita della disoccupazione mantenendo inalterate le scelte in materia pensionistica operate dai precedenti Governi, e dal Governo Monti in particolare è a nostro avviso molto difficile. La permanenza al lavoro anche fino a 70 anni prima di poter godere della meritata pensione è un evidente enorme impedimento all’ingresso al lavoro delle nuove generazioni, che sono quelle che oggi più di ogni altro soffrono la prospettiva della disoccupazione per il presente e della assenza di tutele previdenziali per il futuro. A una tale situazione non si pone rimedio attraverso improbabili staffette generazionali, allungando a dismisura le forme di accesso al lavoro, mantenendo nella precarietà un’intera generazione e favorendo lo sfruttamento. E’ peraltro evidente come misure quali quelle allo studio, che ricalcano i provvedimenti assunti dai precedenti governi nella erronea convinzione che più flessibilità favorisca più occupazione, siano oggi del tutto inservibili e producano un effetto esattamente opposto a quello voluto”.

L’USB ha illustrato i punti al centro dello sciopero generale, proclamato per il prossimo18 ottobre, che ha fra i suoi obiettivi proprio quello della lotta senza quartiere alla disoccupazione. Si parte dall’assunto che “in questo tempo di profonda crisi economica, sia possibile invertire la tendenza, che sembra inarrestabile, alla perdita di posti di lavoro soprattutto tra i giovani, solo restituendo allo Stato e alle sue articolazioni territoriali il ruolo di promotore di buona e utile occupazione”.

Molti i settori in cui sarebbe possibile creare, per lo Stato e per le sue articolazioni territoriali, centinaia di migliaia di posti di lavoro: “La messa in sicurezza del territorio, devastato da decenni di speculazione e di abusivismo, opere di rimboschimento, di protezione civile e prevenzione degli incendi, la tutela del mare e dell’ambiente, favorire lo sviluppo della filiera agroalimentare e dell’occupazione in agricoltura; la messa in sicurezza e la ristrutturazione di tutte le scuole e di tutto il patrimonio edilizio esistente a requisizione e la riattivazione di tutto il patrimonio edilizio sfitto o inutilizzato per garantire il diritto all’abitare, invece delle annunciate privatizzazioni e svendite; la tutela e la valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio artistico, l’apertura di nuovi spazi museali, la stabilizzazione la qualificazione e l’incremento del personale addetto; una forte implementazione dell’accoglienza turistica non solo nel periodo estivo; il rilancio della ricerca e la riqualificazione della scuola e dell’università pubbliche; il reale rafforzamento delle risorse da impiegare nella lotta all’evasione fiscale e contributiva; lo sviluppo del sistema di trasporto pubblico non inquinante; il rilancio complessivo della pubblica amministrazione e la reinternalizzazione dei servizi e del personale, la garanzia della tempestività delle prestazioni soprattutto in campo sanitario e previdenziale”.

“Un simile piano – ha concluso l’USB –  accompagnato anche da un utilizzo dei Fondi strutturali Europei finalizzato alla realizzazione dei progetti succintamente esposti, potrebbe a nostro avviso favorire un’uscita dalla crisi e un’inversione di tendenza sulla continua emorragia di posti di lavoro, contribuendo a quella ripresa economica che può avvenire unicamente rilanciando occupazione, circolazione della moneta, redistribuzione della ricchezza prodotta dal Paese”.

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