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Abuso dì potere: l’Acea stacca l’acqua a chi rispetta il referendum

Ostia, Acea stacca l’acqua a una palazzina in via Alessandro d’Aste

Questa mattina dodici famiglie che vivono in un condominio in via Alessandro d’Aste 3 a Ostia si sono svegliate senz’acqua. A staccare il servizio la società capitolina Acea. Bollette non pagate? Non proprio. Il condominio ha pagato tutte le utenze con regolarità ma ha aderito alla campagna di obbedienza civile lanciata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua che prevede una auto decurtazione della bolletta nella parte della remunerazione di capitale investito per rispettare gli esiti del Referendum del 12 e del 13 giugno del 2011.

Di seguito il comunicato di denuncia diffuso dal Crap:

 
 
Ancora una volta, questa mattina Acea ha provveduto a staccare l’acqua ad un condominio che ha regolarmente pagato il servizio nel rispetto della legge e della volontà popolare, decurtando dalla bolletta la voce “remunerazione del capitale”, abrogata dai referendum di giugno 2011.

L’azienda idrica decide, dunque, di rispondere per la seconda volta con i distacchi alla campagna di “obbedienza civile” lanciata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua dopo la vittoria referendaria, lasciando senza un bene primario decine di famiglie tra cui anziani, bambini piccoli, e un inquilino in condizioni di disabilità.
Se i vertici di Acea, come dichiarano pubblicamente, perseguitano i “morosi” perchè preoccupati per le casse dell’azienda, consigliamo loro di ridurre i dividendi distribuiti agli azionisti (64 milioni nel 2012), di aumentare gli investimenti sulle reti per azzerare le dispersioni idriche, e di mettere i propri lavoratori in condizione di lavorare per il cittadino e al suo fianco, liberandoli dall’ingrato compito di attuare i distacchi.
Si apre oggi una seria questione anche per il Sindaco Marino e tutta l’amministrazione capitolina visto che il 12 settembre scorso, sull’onda di una mobilitazione a seguito di un altro distacco dell’acqua, è stata approvata una mozione (n. 25) in cui si legge testualmente “l’Assemblea di Roma Capitale impegna il Sindaco e la sua Giunta ad intervenire con un atto politico ed efficace sulla questione dei distacchi idrici per morosità, affinché Acea Ato2 cessi una pratica lesiva di un diritto umano;”. Dopo questo ennesimo sopruso il Sindaco non può non intervenire sulla ex municipalizzata: ha un mandato preciso da parte dei consiglieri comunali ma ancor di più da parte di oltre 1.200.000 cittadini che hanno votato SI’ al referendum. La Giunta e il Sindaco devono decidere se stare dalla parte dei cittadini e dei diritti o dei privati e dei loro profitti!
Da parte nostra ricordiamo che la strada per il rispetto dei diritti e della volontà dei cittadini romani è già stata indicata con la proposta di ripubblicizzazione di Acea, poichè è ormai evidente che non sarà possibile garantire il diritto all’acqua fino a che i privati non saranno finalmente usciti dalla sua gestione, in modo da rimettere al centro gli interessi della città e non i profitti di pochi speculatori.
Anche su aspetto questo suggeriamo al Sindaco di seguire l’indicazione dell’Assemblea Capitolina contenuta nella delibera 25, aprendo finalmente con i comitati per l’acqua pubblica un tavolo partecipato sulla situazione e sul futuro di Acea Ato2, piuttosto che intrattenere rapporti epistolari e a mezzo stampa con la dirigenza Acea e con quegli stessi azionisti privati responsabili dell’attuale situazione. 
Il Coordinamento Romano Acqua Pubblica, insieme a tutti i cittadini che intendono opporsi a questa ennesima prepotenza, saranno mobilitati domani per ottenere l’immediato riallaccio dell’acqua nel condominio di Via Alessandro d’Aste a Roma Lido.
L’acqua è un diritto: basta distacchi, basta profitti!

Coordinamento Romano Acqua Pubblica

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