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Chi dalla crisi ci guadagna. Benetton per esempio…

Prendete un industriale manifatturiero che vanta fama di “trasgressivo” o addirittura “progressista” (basta poco: qualche amico nel Pd), dategli in concessione le Autostrade d’Italia (costruite con i soldi nostri), lasciategli comprare un po’ di Autogrill… lui colloca le azioni in borsa e si intasca 80 milioni puliti. Senza fatica e alla faccia di tutti noi. Bello, no, il capitalismo all’italiana? Rischio zero, lo Stato che regala ai padroni “amici” mentre taglia tutto soprattutto a chi ha molto poco… ecco le caratteristiche che spiegano perché la crisi, qui, è persino più grave che altrov.

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I Benetton concludono la cessione di un pacchetto poco superiore al 9% di Autogrill e World Duty Free e incassano un assegno da 338 milioni di Euro, con una plusvalenza di circa 80 milioni. Schematrentaquattro, il veicolo interamente posseduto dalla holding Edizione e attraverso il quale la famiglia di Ponzano Veneto detiene la maggioranza delle due società, ha infatti completato la cessione del 9,18% del capitale di Autogrill e del 9,15% di quello di Wdf, per un valore complessivo d 338 milioni.

Il titolo Autogrill pre-scissione era in carico a Schematrentaquattro a 11 euro; nella relazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2012 si spiega come la holding decise di non svalutare quella partecipazione (anche se il prezzo medio dell’anno scorso è stato di 7,49 euro) ritenendo che i corsi borsistici non costituissero una “perdita di valore della partecipazione”. Con la scissione e l’assegnazione di titoli Wdf in rapporto di una nuova azione per ogni vecchio titolo Autogrill posseduto, i Benetton sono in effetti riusciti a “estrarre valore” come nelle loro intenzioni.

I due titoli hanno debuttato rispettivamente in area 6 (Autogrill) e 7 euro (World Duty Free), per poi chiudere la prima giornata di contrattazioni con un valore sommato superiore a quota 14 euro. Il picco raggiunto il 22 ottobre scorso ha portato Autogrill a 7,28 euro, mentre Wdf quotava 8,7 euro. L’operazione, annunciata ieri, è stata effettuata attraverso un “accelerated book building” riservato a investitori istituzionali e si è chiusa al prezzo di 6,5 euro per ogni azione Autogrill e di 8 euro per quelle di Wdf. I prezzi di vendita rispecchiano grossomodo la media dei due titoli dalla loro “separazione” ad oggi. Il collocamento attribuisce così alle due azioni un valore combinato di 14,5 euro, esito di un andamento in Piazza Affari decisamente positivo: così la famiglia veneta ha costruito il tesoretto supplementare.
 
Il regolamento dell’operazione avverrà il 29 ottobre. Jp Morgan Securities ha agito in qualità di “sole bookrunner”. A seguito dell’operazione, Schematrentaquattro detiene ancora il 50,1% del capitale di ciascuna delle due società. I titoli delle due società (segui Autogrill e Wdf) sono tra i più vendiuti del listino milanese e si allineano ai prezzi del collocamento.

Secondo la nota del gruppo Benetton di mercoledì, “l’operazione è volta ad aumentare la liquidità dei due titoli sul mercato”. In realtà fonti di mercato riferiscono che i Benetton avrebbero messo un po’ di fieno in cascina per prepararsi a un futuro di magri dividendi da parte delle due controllate. Se infatti Wdf genera comunque buoni livelli di cassa, la società ha appena rinegoziato i contratti in Spagna e ambisce a vincere le gare in nuove aree del mondo. Lo stesso vale per Autogrill che invece, oltre a dover fare i conti con la crisi delle ristorazione autostradale, vorrebbe crescere per linee esterne in modo da diversificare ancora di più la propria presenza geografica.

da Repubblica

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