Ieri pomeriggio un enorme striscione con la scritta “Roma non si vende” è comparso a Piazza Montecitorio, insieme alle bandiere delle realtà cittadine che da anni si battono in difesa dei servizi pubblici locali e contro oggi forma di privatizzazione.
Il presidio si è protratto fino alla conlcusione delle operazioni di voto per la conversione in legge del cosiddetto decreto “Salva Roma”, dopo che nel passaggio al Senato, su ispirazione della Senatrice Lanzillotta, era stata approvata la messa sul mercato dei servizi pubblici di Roma e del suo patrimonio immobiliare, provvedendo contemporaneamente a strangolare l’amministrazione impedendo l’aumento delle addizionali IRPEF.
Le pressioni e le mobilitazioni messe in campo in questi giorni da movimenti e cittadini della capitale hanno comportato una parziale modificato del provvedimento approvato oggi alla Camera, dal quale è stato escluso l’obbligo di privatizzazione per le aziende pubbliche, mantenendo però un’impronta nettamente mercatista, con il chiaro intento di spingere il Governo capitolino all’effettiva vendita dei beni pubblici della città, sul modello di quanto imposto agli enti locali dal Patto di Stabilità.
Con il presidio di oggi, insieme alle altre realtà romane, abbiamo voluto segnalare che non ci basta una difesa dello status quo, che vede l’acqua di Roma già in mano ai privati e gli altri servizi pubblici affidati a Spa in perenne rischio di default e di vendita, e ribadire che continueremo a vigilare sull’operato della Giunta Capitolina e a batterci per un’inversione di tendenza che riporti finalmente il pubblico e gli interessi collettivi al centro delle politiche nazionali e locali.
Roma, 23 Dicembre 2013
Coordinamento Romano Acqua Pubblica
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