Si lotta testa a testa sui terreni sul quale vogliono edificare i mostri dell’Expo 2015. Gli attivisti ribattezzatisi “No Canal” sono entrati in azione questa mattina a Quinto Romano dove decine di persone hanno bloccato i lavori delle ruspe in via Caldera. Il comitato dei cittadini da tempo protesta contro il progetto “Vie d’acqua” per Expo – accordo su cui si sta trattando per una modifica sostanziale – ed è in presidio per difendere aree verdi e suoli agricoli. “Dopo che venerdì la trattativa tra i Comitati di cittadini e i delegati di Expo spa a palazzo Marino si era bloccata anche per la tratta di Trenno-Gallaratese (troppo ampi i tratti scoperti di canale previsti dalla variante rispetto l’accordo iniziale) una cinquantina di attivisti ha esposto striscioni e cartelli, bloccando i lavori. Sono le sostanze interrate e sversate per decenni al Parco delle cave a preoccupare i cittadini. Ad oggi il Comune di Milano infatti, non ha ancora consegnato ai comitati i risultati di analisi chimiche e carotaggi sui terreni che verranno movimentati all’interno dell’area verde che, con l’arrivo della primavera. verrà frequentata da migliaia cittadini milanesi.”.
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klement
Prima di avviare una nuova demenziale idrovia, riprendiamo piuttosto il canale Milano-Cremona abortito sull’Adda, e soprattutto non buttiamo all’aria la città per la follia di riaprire i naviglio dopo 60 anni, mentre sarebbe già moltissimo tenere decentemente quelli che ci sono già. Invece di scimmiottare Amsterdam, ricordiamo che Vienna costruì la Ringstrasse demolendo i bastioni, e Venezia non penserebbe di riaprire i Rio Terà. Cancellare il tempo che è passato non si può spacciare per valorizzazione dell’identità storica.
Se proprio da adulti si vuole giocare ancora con l’acqua, forse si potrebbe scavare con meno danno intorno all’Idroscalo