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Cala il reddito disponibile in tutte le regioni d’Italia

Rapidamente, a velocità per ora costante, ci si impoverisce. In media, ovvero statisticamente. Qualcuno viene rovinato dal licenziamento o dalla cassa integrazione, altri resistono con livelli salariali che non crescono più; quanche padrone fallisce, qualche altro fa i soldi, gli specutaori in testa a tutti. Ma sono pochi, così i loto guadagni non bastano a compensare – statisticamente – la caduta generale dei redditi della maggioranza della popolazione.

I dati Ista di stamattina arrivano a confermare quel che si avverte anche senza certificazione scientifica: nel 2012 – l’ultimo rilevato per intero dall’Ista, ma sappiamo che nel 2013 è andata certamente peggio – il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti diminuisce, rispetto all’anno precedente, in tutte le regioni italiane. Tutte, nessuna esclusa. Ma Letta non se n’è accorto e quindi cinguetta – a Dubai – che “la crisi è finita”.

Nel confonto con la media nazionale (-1,9%), il Mezzogiorno segna la flessione più contenuta (-1,6%), seguito dal Nord-est (-1,8%), Nord-ovest e Centro (-2%). Le regioni con le riduzioni più marcate sono Valle d’Aosta e Liguria (-2,8% in entrambe). La spiegazione non è difficile: chi stava già molto male (il Mezzogiorno) non può che calare più lentamente, disponendo di un livello di parteza piuttosto basso.

Il reddito monetario disponibile per abitante è pari a circa 20.300 euro sia nel Nord-est sia nel Nord-ovest, mentre scende a 18.700 euro al Centro e a 13.200 euro nel Mezzogiorno.

La graduatoria regionale del reddito disponibile per abitante (17.600 euro il valore medio nazionale) vede al primo posto Bolzano, vicina ai 22.400 euro, e all’ultimo la Campania, con poco meno di 12.300 euro.

A livello nazionale il reddito disponibile delle famiglie, in valori correnti, aumenta appena dell’1% rispetto al 2009, anno di inizio “statistico” della crisi economica cominciata l’anno prima. In particolare il Nord registra un incremento maggiore (+1,6% nel Nord-ovest e +1,7% nel Nord-est) mentre, sempre rispetto al 2009, il Centro e Mezzogiorno segnano un aumento molto più contenuto (rispettivamente +0,4% e +0,2%)

La Liguria è la regione che ha risentito maggiormente degli effetti della crisi economica: tra il 2009 e il 2012 le famiglie hanno subito una diminuzione dell’1,9% del reddito disponibile. L’Umbria e la provincia di Bolzano sono state le meno toccate dagli effetti della crisi economica con aumenti, nel periodo considerato, rispettivamente del 3,6% e del 2,7%.

Il rapporto completo dell’Istat:

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