Idra scrive al premier Matteo Renzi, sindaco di Firenze fino a poche settimane or sono, e al vice sindaco reggente Dario Nardella, proponendo loro di considerare con grande attenzione i contenuti della sentenza con cui la Corte dAppello di Firenze ha rideterminato pene e sanzioni a carico degli esecutori dei lavori per lAlta velocità ferroviaria fra Firenze e Bologna, le motivazioni che la sostengono (non appena saranno pubblicate), e il messaggio etico-politico che ne promana.
La sentenza conferma, a giudizio dellAssociazione ecologista, parte civile nel processo, due evidenze significative, delle quali scrive Idra – converrà tener conto pensando al progetto di stazione sotterranea e doppio sottoattraversamento AV di Firenze.
La prima. I materiali da scavo non sono terra innocente e necessariamente innocua. Al contrario, risultano suscettibili di provocare supplementi importanti di inquinamento. I processi di estrazione, trasferimento e allocazione delle terre da scavo vanno dunque attentamente monitorati e controllati.
La seconda. Linchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze sulle strumentazioni, le tecnologie e i materiali da impiegare per la realizzazione del doppio sottoattraversamento di Firenze rivela, ancor prima dellavvio degli scavi, la presenza di una preoccupante inclinazione da parte delle ditte impegnate nei lavori – a unattenzione insufficiente alle esigenze di tutela dellambiente, della salute e della sicurezza.
Per quanto presumibilmente in sofferenza aggiunge Idra – tenuto conto degli organici e delle dotazioni disponibili, e considerata la mole dei controlli necessari a fronteggiare in maniera efficace e con capacità di prevenzione lindotto criminoso sovente associato nel nostro Paese alla realizzazione delle cosiddette grandi opere, ARPAT, Polizia Giudiziaria e Procura hanno potuto quanto meno porre lautorità giudiziaria di Firenze in condizione di restituire visibilità a una quantità di reati ambientali, molti dei quali andati purtroppo prescritti.
Secondo il presidente di Idra, Girolamo DellOlio, non sarebbe saggio continuare a promuovere la TAV in una città darte come Firenze in condizioni di valutazione di impatto ambientale insufficiente, di affidamento degli appalti secondo criteri potenzialmente dannosi al buon governo della cosa pubblica, potenzialmente lesivo a general contractor, di gestione incerta delle metodologie di scavo, di qualità dubbia dei materiali da costruzione, di solidità finanziaria incerta delle ditte aggiudicatarie dei lavori, in un contesto di crisi economica di fondo. A risolvere la quale conclude lassociazione ecologista fiorentina – non aiutano certoinvestimenti colossali di capitale pubblico capaci di produrre lavoro scarso e precario e scenari di perdurante rischio ambientale.
Idra esprime gratitudine a tutti i soggetti istituzionali attivi nellinchiesta conclusasi con la recente sentenza della Corte dAppello, ai legali di parte civile, e in particolare allo Studio legale Luciani, che ha continuato ad assistere lassociazione fiorentina anche in questo quarto passaggio di giudizio.
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