La nuova azione repressiva che ha colpito questa mattina diversi attivisti di Roma, Pisa, Marghera e Perugia; lo sgombero del Cine Teatro Volturno; l’accanimento contro Paolo e Luca dei movimenti romani, che da due mesi si vedono negata la libertà, sono un segnale preciso che il governo Renzi sta dando a quella parte del Paese che non è caduta nelle illusioni dei suoi tweet.
Non c’è spazio nelle politiche di questo governo per l’affermazione di diritti fondamentali come la casa e il reddito. La questione abitativa viene declinata con il vergognoso Decreto Lupi, quella del reddito e del lavoro con il Decreto Poletti e le anticipazioni del Jobs Act. La filosofia è unica: meno diritti, più precarietà, più libertà d’azione per le imprese, così come recitano i diktat dell’UE.
C’è però in queste misure repressive il segno di un preoccupante salto di qualità. Si vanno riorganizzando in diverse città i pool antiterrorismo, manifestamente impegnati a perseguire i movimenti sociali. Si studiano e si testano nuovi reati, si introducono tecniche di contrasto alle manifestazioni sempre più sofisticate, si utilizzano mezzi più avanzati. Mentre i movimenti cercano faticosamente una strada per affermare diritti fondamentali, il governo, dietro un finta aurea di rinnovamento, mette in pratica modalità intimidatorie che mirano a demolire qualsiasi resistenza.
Per l’USB, la risposta alla repressione non può restare episodica. Occorre attivare una vasto percorso che coinvolga ampi settori democratici per contrastare stravolgimenti del diritto, riduzione delle libertà, soffocamento dell’opposizione. Tenere unite le lotte ed allargare il fronte per l’affermazione di nuovi spazi di libertà sono i compiti impegnativi che abbiamo davanti a partire dalle mobilitazioni di questi giorni, a Roma e in altre città d’Italia.
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