Tragici episodi causati dal degrado del patrimonio abitativo si sono susseguiti negli ultimi mesi a Napoli culminati con la morte di un quattordicenne colpito da calcinacci staccatisi dalla facciata della Galleria Umberto I. E’ evidente che molteplici responsabilità sono da rintracciare in questo tragico episodio. La mancata manutenzione dei monumenti del centro antico, definito dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, è responsabilità dell’amministrazione comunale, della sovraintendenza ai monumenti, della Curia Arcivescovile, proprietaria di chiese, conventi e di tanti edifici di edilizia abitativa. Inoltre le imprese che ricevono appalti di restauro molto spesso si limitano a trasferire le commesse a subappalti che compiono lavori superficiali sfruttando in modo illegale i lavoratori. Non sono solo i muri ad essere marci, lo è tutto il sistema imprenditoriale e di controllo cittadino, interessato esclusivamente alla speculazione sui fondi pubblici.
In tale contesto, in città dilaga la paura dei crolli ed interesse prioritario dell’amministrazione comunale è intervenire ovunque al fine di evitare liti giudiziarie. Ben venga la messa in sicurezza di tante costruzioni fatiscenti: è certamente nell’interesse di tutti. Tuttavia alcune situazioni lasciano adito a sospetti. E’ il caso della Galleria Principe di Napoli, seconda galleria della città, non meno bella ed importante dell’altra, la Galleria Umberto I. Negli ultimi mesi questa galleria che pochi anni fa ha ricevuto un restauro molto dispendioso, è diventata sede di alcune occupazioni di spazi comunali abbandonati. Una serie di attività di agregazione sociale, di iniziative culturali e politiche ha animato uno spazio bellissimo ma praticamente abbandonato dall’amministrazione comunale. L’occupazione della Galleria principe di Napoli è inoltre entrata in collegamento con il vasto mondo delle occupazioni di case sfitte, di spazi sociali, di strutture universitarie.
E’ un movimento di contestazione che evidenzia la carenza di adeguate politiche sociali e culturali a Napoli; è un movimento che sta crescendo e sta preoccupando il potere costituito. E’ un movimento sotto accusa che sta subendo attacchi pesanti. All’ex-Asilo Filangieri, dove si svolgono attività letterarie, musicali e teatrali ci sono state perquisizioni immotivate, alla Mensa Universitaria è stata staccata l’energia elettrica, le occupazioni abitative sono sotto attacco come in altre parti d’Italia. Nel caso della Galleria Principe di Napoli la chiusura di pochi giorni fa per motivi di sicurezza potrebbe essere l’occasione buona per bloccare le occupazioni e preparare un piano di investimento su attività commerciali di interessi speculativi. In questa occasione riteniamo doveroso puntare i piedi per ottenere sì la messa in sicurezza della Galleria, ma con tempi certi e non annullando il lavoro di quanti hanno speso energie e risorse per far rinascere la Galleria con pratiche e modalità alternative.
E’ tutto il movimento delle occupazioni che deve scendere in campo per difendere il futuro della Galleria occupata. Chiamiamo quindi tutti gli spazi occupati a tenere sotto costante controllo l’evolversi della situazione.
Gli occupanti della Galleria Principe di Napoli
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