Nella notte di sabato 4 ottobre lo Spazio Autogestito Grizzly di Fano è stato attaccato da una squadraccia fascista e devastato. Rivendicato con una svastica sui muri, l’attentato, oltre a distruggere l’impianto idraulico ed elettrico, ha riguardato in modo particolare i locali della Libreria Popolare, recentemente inaugurata, dove tutti i libri sono stati dati alle fiamme. Nel dare la nostra massima solidarietà al Grizzly, non possiamo fare a meno di pensare alla portata intimidatoria del gesto. “Questo,” hanno voluto dire i padroni attraverso i loro servi a chi lotta ogni giorno per costruire organizzazione dal basso e cultura indipendente, “è il destino a cui si espone chiunque non abbassa la testa, mettendo in discussione il modello imposto dal grande capitale”.
Questo, in fondo, è quello che diciamo quando gridiamo che “se toccano uno toccano tutti”. Perché bruciando la libreria popolare di Fano il fuoco è stato appiccato a tutti gli editori indipendenti, abituati a pensare e ad agire in alternativa alle logiche imposte dal mercato, e, anche attraverso la partecipazione a iniziative come quella animata da Grizzly, a cercare soluzioni opposte al minaccioso nulla delle politiche sociali e culturali promosse dal governo Renzi.
Come hanno scritto nel loro comunicato le compagne e i compagni del Grizzly, però, siamo abituati a vivere tra le macerie. E continueremo a usare le parole come le pietre e le pietre come le parole per affermare ora e sempre il diritto di tutte e tutti a imprimere una svolta radicale all’esistente.
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