Non si è arrivati al contatto fisico come a Bologna qualche ora prima, ma ieri a La Spezia la risposta degli antifascisti alla visita-provocazione del leghista Borghezio è stata molto determinata.
In Piazza Mentana l’europarlamentare del Carroccio, circondato da alcune decine di simpatizzanti e militanti leghisti e da militanti di Casapound, ha tenuto una specie di comizio vomitando come al solito veleno contro immigrati, rom e sinistre all’insegna della consueta manfrina sulla sicurezza e sulla legalità da riportare nei quartieri, in perfetto stile “legge e ordine”.
A poche centinaia di metri, in Piazza Garibaldi, si sono concentrate alcune decine di attivisti dei partiti di sinistra. Ma dopo circa un’ora il presidio, con l’arrivo di altri antifascisti e di attivisti della sinistra antagonista si è prima spostato in Piazza Brin e poi si è trasformato in un corteo non autorizzato diretto verso Piazza Cavour, sfilando nelle vie del centro cittadino tallonato da numerosi agenti di polizia in assetto antisommossa.
Scrivono in un comunicato gli “Antifascist*, antirazzist*, antisessist* di La Spezia”, che attaccano la giunta di centrosinistra a guida Pd per aver permesso la scorribanda razzista nella città ligure:
“La risposta da parte di una Spezia solidale, antirazzista, antifascista non si è fatta attendere. Circa 150 compagni sono scesi in piazza per riprendere le vie del centro cittadino assurdamente interdette dalle forze dell’ordine e dalla giunta comunale, dopo il solito e tedioso braccio di ferro con gli agenti della DIGOS, il presidio é riuscito a partire in corteo non autorizzato per le vie del centro cittadino, riprendendo le strade e l’agibilità che era stata tolta!
Il corteo è riuscito ad arrivare fin dove era possibile sfidando la minaccia dei reparti antisommossa, schierati come sempre a reprimere le istanze della società reale che giustamente rifiuta chi semina il germe dell’odio e raccoglie i frutti della crisi, concludendo il proprio cammino in Piazza del Mercato.
Questa mattina Spezia ha dimostrato che non si piega, che non si lascia intimidire, che non accetta le logiche di guerra fra poveri che partiti come la Lega Nord fomentano e cavalcano, perfettamente utili a chi sulla divisione e la paura nella società fonda il proprio potere.
Questa mattina ha dimostrato che l’onorificenza data al comune con la Medaglia d’Oro per la Resistenza è del tutto immotivata; chi siede in comune e permette ai fascisti di manifestare non ha nulla da spartire con chi la resistenza l’ha vissuta e praticata ieri e con quelli che ancora oggi la praticano.
Non saranno minacce di denunce e “zone rosse” ad impedirci di ostacolare simili eventi neofascisti. Solidarietà a chi ha cacciato il segretario dello stesso partito fascista, Matteo Salvini, da Bologna e ai migranti prigionieri nei C.i.e.”
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