Riceviamo e pubblichiamo dal Collettivo Politico di Scienze Politiche, che, in risposta a altre liste universitarie, lancia una contestazione alla presenza del presidente della regione toscana Enrico Rossi all’interno del polo di Novoli, in concomitanza con la giornata per il diritto allo studio, il 17 Novembre.
Lunedì 17 novembre, giornata mondiale per il diritto allo studio, si svolgerà l’ennesima iniziativa di campagna elettorale in facoltà: la lista universitaria UDU-SU porterà al polo il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, a parlare di diritto allo studio e a giustificare i tagli che sono stati fatti e quelli che verranno fatti inevitabilmente in futuro. Il diritto allo studio universitario infatti viene portato avanti da un’azienda (ARDSU), emananazione della Regione Toscana, che quest’anno, avendo ricevuto meno finanziamenti dalla regione, sta tagliando all’offerta alimentare della mensa e sta “razionalizzando” i costi delle residenze.
L’ARDSU ha un debito di circa 400 mila euro che intende scaricare… sulle spalle di tutti gli studenti (borsisti e alloggiati in primis), mantenendo la chiusura delle residenze nel periodo natalizio e innalzando, da 98 a 140 euro, la tassa regionale per il diritto allo studio.
Inoltre il governo Renzi intende tagliare i fondi per le regioni, inducendo così a tagliare (o privatizzare) i servizi essenziali, come la sanità, il trasporto e il diritto allo studio.
E quindi il buon Enrico Rossi verrà a fare la sua vetrina elettorale per le elezioni regionali di primavera 2015.
Già in passato il nostro polo è stato passerella elettorale (e non) per politici, economisti o burocrati sindacali con conseguente militarizzazione e, in alcuni casi, chiusure di edifici.
Ancora oggi vogliamo ribadire che l’università non può e non deve essere teatro di un talk show elettorale che mira unicamente a prendere voti tra noi studenti, mentre continuano a tagliare il diritto allo studio e a precarizzare sempre più il mondo del lavoro.
Invitiamo dunque tutti gli studenti a non partecipare a questa farsa e a rivendicare un diritto allo studio che sia realmente per tutti e non legato a criteri di meritocrazia e produttività.
Rifiutiamo la logica dei tagli come “sacrifici necessari” che da anni politici ed economisti ci indicano come l’unica via di uscita da questa crisi, dimenticandosi di dire che gli effetti negativi ricadono solo e soltanto sulle spalle di noi studenti e lavoratori.
da http://www.inventati.org/cortocircuito
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