A Bergamo, nei giorni scorsi, alcuni attivisti del “Comitato di Lotta per la casa” sono stati raggiunti da alcune denunce per la ”occupazione” simbolica della sede provinciale del Partito Democratico avvenuta nel corso della giornata di mobilitazione del 14 novembre scorso. Un’occupazione pacifica durata meno di un’ora, senza nemmeno violazione di domicilio, e conclusa con un accordo con il segretario locale del Pd.
L’azione alla sede provinciale del PD voleva mettere il partito di governo di fronte alle sue responsabilità rispetto alla prosecuzione delle politiche di austerità che peggiorano la condizione di milioni di persone, nonché rispetto agli sgomberi, alla svendita del patrimonio pubblico di edilizia popolare e alla nuova norma che recita che “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi” in base agli articoli 3 e 5 del Decreto Legge Lupi.
Il partito di Renzi ha mostrato una volta di più come intende rispondere ai problemi dei lavoratori e degli sfrattati chiudendosi a riccio, a difesa di politiche antipopolari che non disdegnano denunce, manganelli e repressione.
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