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La Russa alza la musica, oltre che il braccio

Vedere la polizia incapare nell’ex ministro della difesa per “violazione della quiete”  non è una cosa di tutti i giorni; ma qui abbiamo avuto anche la polizia a casa dell’ex ministro dell’interno (Scajola) per arresatrlo, quindi non ci possiamo stupire.

Il motivo della visita delle guardie in casa di La Russa Ignazio è stato meno preoccupante: semplicemente, la musica messa su per la grande festa a casa di amici era decisamente a tutto volume, tanto da costringere i vicini a chiamare le forze dell’ordine.

Non l’ha presa bene, il prode Ignazio, che aveva mosso i primi passi a mIlano come avvocato difensore di Vittorio Loi e Maurizio Murelli (i due fascisti poi condannati per l’uccisione di un agente di polizia, Antonio Marino, con una bomba a mano durante scontri di piazza); uno che quindi con la polizia ha sempre avuto un rapporto, diciamo così, non simpatetico nemmeno quando era riuscito a diventare ministro grazie a Berlusconi e Fini.

Non l’ha presa bene e il frasario con cui ha investito i pazienti agenti (che sanno benissimo, quanto Bruno Vespa, chi è il loro “editore di riferimento”) è un campionario che illustra bene mentalità, psicologia, strafottenza, luoghi comuni del fascista con o senza doppio petto.

“Addirittura hanno mandato due volanti per una festa, mentre sulle rapine non ne mandano nemmeno una!”.

“Voi non dovevate venire a casa mia. Sicuramente vi ha mandato qualche zecca comunista!”.

“La gente non può dire niente perché sono le due di notte, perché non sono le due di notte; oggi è venerdì sera e quindi domani è festivo e se a qualcuno dà fastidio la musica, per stasera se l’ascolta!”.

Io il volume della musica l’ho appena abbassato perché dovevamo fare uscire la torta, ma più tardi probabilmente lo rialzerò”.

“Non mi interessa se ritornate di nuovo qui,  perché come ritornate ve ne andate di nuovo. Tanto, male che vada mi prendo una denuncia”.
Poi però, riferiscono le cronache, la mmusica non l’ha neanche rialzata…

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