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Firenze. Volantinaggio vietato ai disabili

La Questura ha impedito ad un piccolo gruppo di disabili gravi – 4/5 persone in carrozzina – di esprimere il proprio pensiero e di condividerlo con la cittadinanza in piazza Signoria mediante il volantino che alleghiamo.
Cinque persone in carrozzina non costituiscono un problema di sicurezza o di ordine pubblico. Se si arriva a bloccare un piccolo gruppo di disabili, significa che le istituzioni della Repubblica non sono mai state così deboli e che la democrazia per cui tanti partigiani
diedero la vita è già fortemente deteriorata. 

Associazione Vita Indipendente ONLUS

No a vetrine sulla pelle dei disabili

Siamo cittadine e cittadini disabili che, nonostante le disabilità, vogliono condurre ciascuna e ciascuno una vita con un grado di libertà comparabile con quello delle altre persone. Quindi, possiamo dire che per noi la Costituzione italiana, soprattutto nei suoi articoli 2 e 3, è essenziale, anche se tutt’altro che sufficiente.
Per questo fondamentale motivo, riteniamo di dover stare sulla stessa barca di tutte e tutti coloro che lottano per la difesa della Costituzione e l’affermazione e l’ampliamento dei diritti di ogni essere umano e contro la logica distruttiva.
La disabilità è un punto centrale dell’attacco allo stato sociale. Gli attacchi alle condizioni di vita dei disabili hanno sempre fatto da apripista allo smantellamento di diritti e tutele per settori sempre più ampi della società intera.
Non vogliamo che la società e coloro che detengono il potere ai vari livelli continuino a ignorarci. Rivendichiamo il nostro essere parte integrante della società e il nostro diritto alla pari dignità ed eguaglianza.
L’indicatore del benessere di una società è dato non dal tenore di vita di piccole minoranze (altrimenti, ad esempio, l’India sarebbe uno dei paesi più benestanti del pianeta) ma è dato dal rispetto dei diritti della parte di popolazione che incontra maggiori difficoltà.
In Toscana, patria del renzismo, stanno prendendo decisioni il cui effetto concreto è rendere più breve la vita di chi ha gravi disabilità. Questo agire attivamente per far sì che altri vivano il meno possibile è una forma di omicidio. Di fronte a ciò, è da ritenere che la legittima difesa sia senza dubbio un diritto, ma anche un dovere. Prima di tutto, dovere di chi è vittima di questo odio verso la vita, che vuol comunque fiorire nonostante talune difficoltà. Ma dovere anche per tutte le persone intelligenti.
I dittatori che causarono il disastro immane della seconda guerra mondiale fecero poi una brutta fine. Anziché fare gli intelligentoni o affidarvisi, è importante sforzarci di coltivare l’intelligenza.
Quel periodo terribile per l’Europa e per il mondo intero iniziò proprio ammazzando i disabili perché costavano troppo. Sia chiarissimo: oggi i metodi sono molto più raffinati e meno cruenti, però alla fine sono sempre i disabili a morire per primi. Ci vogliono portare a morte precoce rinchiudendoci negli istituti, negandoci servizi essenziali alla libertà e dignità di ciascuna e ciascuno di noi e umiliandoci con un po’ di elemosina.
Riflettiamo tutti bene perché oggi a noi, domani a molti.

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