Un gruppo di attivisti si è arrampicato sulle impalcature attorno alla struttura. Nel mirino le politiche abitative dell’amministrazione Marino: “Si preferisce mantenere l’emergenza”. Si sono arrampicati sulla chiesa di Madonna di Loreto, a ridosso di Piazza Venezia, approfittando delle impalcature che da qualche giorni circondano la struttura. I movimenti per il diritto all’abitare manifestano alle pendici del Campidoglio per protestare contro le politiche abitative dell’amministrazione guidata da Marino. Sulla cima sono stati srotolati degli striscioni con la scritta ‘Senza casa mai’ e ‘L’Europa affoga i migranti, l’Italia i diritti’.
Si legge in una nota: “Si dovrebbe discutere di strategie sociali, di risorse da investire, di gestione del patrimonio pubblico, di come dare risposte immediate a chi si trova sotto sfratto, senza casa, costretto a vivere in alloggi di fortuna e situazioni d’emergenza” scrivono in una nota.”Cosa succede nelle stanze dell’assessorato alla casa del Comune di Roma governato dall’assessore Danese? I romani e le romane non hanno il “privilegio” di saperlo. L’impressione è che si preferisca mantenere una situazione di opacità per provare a sopravvivere nell’emergenza piuttosto che risolverla” denunciano.
Ecco le questioni da affrontare per i Movimenti: “I problemi legati alle occupazioni per necessità, agli sfratti e agli strumenti predisposti per la morosità incolpevole, all’erogazione dei contributi all’affitto, al bando per l’accesso all’Erp, alla gestione dei residence e dei centri di accoglienza, alla vendita delle case popolari sono tutti sul piatto. Si va avanti con lentezza, senza intaccare con decisione un modo di fare che perpetua nella gestione dell’emergenza antichi vizi e nuove disponibilità”. Infine una nota contro l’art. 5 del Piano Casa: “Non si è fatto alcuno sforzo per comprendere le ragioni di chi per necessità ha occupato stabili e alloggi”. E ancora: “Si è scelto di non dare seguito alla Delibera Regionale sull’emergenza abitativa approvata nell’ormai lontano gennaio 2014, che giace tutt’ora in un cassetto”
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