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Napoli. Non dire una parola che non sia d’amore – A Lollo

Nessun uomo è un’Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte del tutto.
Se una Zolla viene portata via dal mare,
l’intera Terra ne è diminuita,
come se fosse stato al suo posto un Promontorio ,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Così ogni morte d’uomo mi diminuisce,
perché io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.
(John Donne)

Ieri Lorenzo ha scelto di togliersi la vita. Per lui hanno scritto i compagni della Mensa occupata:

“Non dire una parola che non sia d’amore. E’ la storia di una società che cade dalla finestra di un ragazzo di venticinque anni. E’ la storia di Lollo, nostro fratello. La storia delle prime file bardati e delle serate insieme. E’ la storia che porta i nomi di una marea di occupazioni. Lettere, Schipa, Astra, Scienze, Mensa. Delle denunce per difendere gli immigrati senza biglietto nelle metropolitane o per le scritte in solidarietà ai NOTAV. E’ la storia tua e anche nostra. Noi che abbiamo avuto il privilegio di conscerti e di partecipare alla tua vita. Di farci consigliare libri e vinili. Di tifare e brindare con te.
In tutti questi anni non sei mai cambiato. In prima fila contro i fascisti, in prima fila contro chi ha ricattato, svenduto e infine imprigionato la nostra generazione.
In prima fila contro una società inumana a cui hai dichiarato guerra e come sempre sei andato avanti anche da solo e disarmato, senza paura. Questa volta non ci hai aspettato. Non ci hai permesso di essere lì con te per condividere lividi e paure. Ma i segni di questa battaglia adesso li portiamo addosso, indelebili. Attraverso i tuoi occhi guardiamo la realtà e con i tuoi occhi la odiamo. E mentre piangiamo a piangiamo ancora, guardiamo avanti e tramiamo vendetta. Vendetta per Lorenzo che a venticinque anni ha sfidato questa società. Ma non pensate sia finita così. Ci siamo noi a testimoniare che non ha perso.
Cospirare vuol dire respirare insieme.
 Lollo ama ancora”.

L’estate scorsa, in questo stesso periodo, si tolsero la vita a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro Valerio, detto Spalletella, un compagno di Insurgencia di 28 anni, ed Emanuele, un anarchico beneventano di 25 anni. Le storie di Lollo, Valerio, Emanuele e di tanti altri compagni devono farci riflettere. La lotta da sola non basta contro questa nuova forma di colonialismo che punta diritto alla conquista degli immensi spazi della coscienza. E’ dentro di noi il nemico più potente. Si nutre delle parole non dette, degli sguardi mancati, della disperazione che si prova a sentirsi soli in un mare d’occhi. “L’inferno dei viventi – scriveva Calvino – non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Con Lorenzo nel cuore dentro ogni lotta, contro ogni inferno.

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Un abbraccio da tutti noi della redazione, che abbiamo conosciuto la calorosa accoglienza dei compagni dell’ex Asilo Filangeri nella giornata del Forum Euromediterraneo di fine maggiio. 

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