Non si può dire che non abbiano le idee chiare, stavolta, su chi siano i responsabili della loro rovina. I risparmiatori che Banca Etruria aveva raggirato rifilando loro “obbligazioni subordinate”, che sono diventate carta straccia con il fallimento della banca e il meccanismo del bail in (deciso dal governo – ministro Boschi compreso, dunque – ancora prima che scattassero le regole europee in proposito), si sono presentati ieri direttamente davanti alla casa della famiglia Boschi a Laterina (Arezzo), a due passi dalla più ota Castiglion Fibocchi (sede di Villa Vanda, dov’è vissuto e morto Licio Gelli).
Lo ricordiamo per la cronaca, anche e tutti dovrebbero ormai esserne informati: il padre del ministro, Pierluigi, è stato l’ultimo vicepresidente di Banca Etruria (sempre per la cronaca: era anche la banca dove depositavano le quote di iscrizione i membri della P2).
Riferisce l’Ansa che una manifestazione nella piazza dello stesso paese di Laterina era stata annunciata nei giorni scorsi, ma prima di recarsi nel piccolo centro, i manifestanti hanno voluto anticipare il loro presidio proprio davanti all’ abitazione dei Boschi. Esposti cartelli e striscioni contro il decreto e richiedere i soldi considerati persi, nonché altre scritte contro il ministro Boschi, il premier Renzi e il Governo. La protesta è stata rumorosa, con fischietti e tamburi, ed è stata attuata presso il cancello dell’abitazione. E’ durata circa mezz’ora, poi i manifestanti si sono trasferiti in corteo nel paese di Laterina, che dista circa un chilometro.
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