I sindacati di Polizia continuano a sparare a zero contro il movimento no Tav dopo gli abusi e gli eccessi di violenza contro i manifestanti che a migliaia lo scorso 8 dicembre sono tornati manifestare e ad assediare il fortino impiantato manu militari per simulare un inizio dei lavori che non è mai avvenuto. A parlare, più da politico – di estrema destra – che da rappresentante sindacale, è il segretario del Coisp (Sindacato Indipendente di Polizia). Il ‘sindacalista’ chiede «una punizione esemplare» per le parole di uno dei leader No Tav, Alberto Perino, che ieri ha accusato le Forze dell’ordine di sparare lacrimogeni ad altezza d’uomo. «Prima di assistere – dice Maccari – all’ennesimo processo a carico dell’ennesimo assassino». «I capitoli più tristi della storia di questo Paese sono stati scritti da chi si dichiarava e si dichiara tuttora responsabile morale di alcuni dei più feroci delitti accaduti, pur senza essersi mai armato la mano. Non vorremmo – continua Maccari – che Perino andasse ad allungare questo elenco e che pur non armandosi la mano, armasse quella di qualche scellerato incapace di discernere il bene dal male». «Non vorremmo dover ascrivere qualche vittima sulla coscienza di chi – conclude Maccari – pur non puntando un arma contro qualcun altro, ne diventa ‘il carnefice morale».
Ma i no Tav non si fanno intimorire dalla repressione e dalle minacce di politici, imprenditori e rappresentanti dei sindacati di Polizia, e questa mattina sono tornati in Valle. Alcune decine gli attivisti No Tav stamani hanno raggiunto la baita Clarea, la costruzione costruita dai manifestanti che sorge a un centinaio di metri dal “cantiere” del tunnel preparatorio per la ferrovia Torino-Lione e che è diventata il simbolo del movimento contro l’alta velocità. Mentre la maggior parte degli attivisti si è dedicata al restauro della struttura devastata due giorni fa durante l’irruzione della Polizia, alcuni si sono avvicinati alle reti. Per liberare il sentiero principale, che parte da Giaglione, una quindicina di attivisti hanno divelto la coppia di pesanti betafance che vi era stata piazzata dalle forze dell’ordine (il passaggio comunque era possibile, anche se non agevole) e una decina di loro sono stati identificati dai Carabinieri, in mimetica, giunti sul posto.
All’ora di pranzo gli attivisti hanno dapprima organizzato una polentata e poi hanno tenuto un’assemblea per decidere le prossime iniziative di lotta che sono partite immediatamente. Già nel pomeriggio gli attivisti no Tav sono passati all’azione, come riporta il sito del movimento NoTav.info:
“Oggi pomeriggio centinaia di No Tav sono tornati alla baita in Clarea e tutt’ora stanno circondando le reti, tagliandone ampi tratti. Lo si era detto durante la conferenza stampa convocata dal movimento No Tav per denunciare la violenza subita nella giornata dell’8 dicembre e rilanciare il proseguo della mobilitazione: non saranno il perpetursi della violenza poliziesca e le accuse bipartisan fatte dai politici nostrani a fermare il movimento!
Oggi l’appuntamento era alle 12 alla baita, quella stessa che giovedì è stata d’apprima occupata e poi devastata dalle forze dell’ordine e ad accogliere in prossimità delle reti i No Tav c’erano migliaia di poliziotti, in rigoroso assetto antisommossa. Questa ulteriore militarizzazione non ha spaventato i più che oramai da ore, a pancia piena, passeggiano attorno al perimetro del non-cantiere tagliando notevoli tratti di recinzione. Schizofrenica la reazione della polizia che dopo aver attivato l’idrante, ha sbagliato clamorosamente mira colpendo col getto un gruppo di Digos e lasciando così continuare indisturbati i No Tav e la loro opera di taglio.
Mal calibrato non pare essere solo il getto dell’idrante, ma tutto l’approccio che Questura e lobby del Tav stanno portando avanti in Val di Susa. Se pensano che con la violenza potranno imporre ad una valle intera il treno supermiliardario dovranno rassegnarsi a vivere molte giornate come quella dell’8 dicembre e come quella di oggi, ricca di polenta e cesoie.”
Intanto a Torino, in Piazza Nizza, sui muri esterni del palazzo che ospita la sede della Ltf (Lyon Turin Ferroviaire) sono comparse questa notte scritte in vernice contro la Tav: «La valle non si tocca», «No Tav» e «Occhio vi abbiamo trovati bastardi» gli slogan.
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