Menu

Bologna. Variante di valico come la Tav: una devastazione ambientale

Alla prima apparenza può sembrare che gli anni della Seconda Guerra Mondiale non siano mai passati. Un territorio devastato e stuprato dalle ruspe, fango e detriti, milioni di metri cubi vicini all’area golena del fiume Setta e abitati fantasmi lungo la via di quella che una volta era la civiltà contadina bolognese, in poche parole un’ enorme scempio ambientale di ordinaria amministrazione italiana.

Le gallerie della Variante (Sparvo,Grizzana e la più pericolosa Ripoli di San Benedetto Val di Sambro) producono tonnellante di “smerino”, che finisce lungo gli argini del fiume, e cambieranno il profilo altimetrico della valle.

A decretarne lo scempio sono milioni di metri cubi di detriti, di rocce maciullate, di “caotico” estratto dall’Appennino depositati in aree di deposito convenzionate, cioè stabilite zona per zona grazie ad intese scritte tra Regione Emilia Romagna, Provincia, comuni , Osservatorio ambientale e Autostrade per l’Italia.

Per questi detriti i comuni hanno ricevuto milioni di euro, con accordi di quando ancora c’era ancora la lira, senza calcolare gli enormi disagi che le popolazioni, non solo umane visto il delicato equilibrio faunistico-florale della zona, stanno subendo e che dovranno subire le generazioni future.

I Sindaci ammettono gli enormi disagi che la popolazione appenninica si trova ad affrontare giornalmente ma le dichiarazioni del Primo Cittadino di Grizzana Morandi, Graziella Leoni (PD):”I cittadini stanno subendo un durissimo disagio e dimostrano una grande pazienza per questa situazione che oggi appare brutale. Quando

abitanti di altre parti del mio territorio si lamentano perché i soldi di Autostrade li ho destinati tutti alla valle del Setta, li vorrei caricare su un pullman e portare a vedere. Dopo dieci minuti vorrebbero tornare via. Ci sono problemi di viabilità, di polveri, di inquinamento sonoro, che dureranno oltre il 2013 .Le aree non rimarranno così, verrà tutto sistemato. Certo il paesaggio verrà ridisegnato. Questo è il paese di Morandi e credo che anche il Maestro avrebbe capito”,sinceramente sembrano un’arrampicarsi sugli specchi visto che nessuno comprerebbe un quadro che raffigura dell’asfalto.

Gli fà eco il Sindaco di Monzuno ;Marco Mastacchi (di area centro-destra):”Cambierà la morfologia del territorio. La valle si restringerà un po’, e in alcuni punti diventerà un altipiano, per via dello scarico di terra. Ma sarà rinverdita, sarà rinaturalizzata”. Monzuno ha ricevuto 13 milioni di euro per opere compensative (scuole, campi di calcio, palestre, opere contro il dissesto idrogeologico), a chiara spiegazione di come l’Italia Politica amministrativa sia ormai un’ unico immenso Blog che tutto ingloba.

Non dello stesso avviso sembra essere il Leder del Comitato Ripoli che si contrappone all’Opera Pubblica, o meglio Privata con soldi Pubblici, Dino Ricci che prima della sudata pensione costruiva proprio gallerie per Autostrade e quindi del mestiere se ne intende.

le sue dichiarazione sono lampanti :” L’inquinamento potenziale dei materiali depositati è un rebus: Alla fine dei lavori si arriverà a 7 milioni di metri cubi di detriti, ora sono circa 2 . Questi materiali dovrebbero essere classificati come rifiuti pericolosi, visto che potrebbero contenere residui di olii minerali, lubrificanti, polveri sottili, scarti industriali. Quelle zone sono diventate territori di trincea, si creeranno cumuli sempre più imponenti. È una vergogna, soprattutto per i cittadini, trattati come cavie sperimentali”.

Ultimo personaggio della nostra piccola storia è Emanuele Burgin, assessore provinciale all’Ambiente, che dice di non aver mai ricevuto segnalazioni intorno al tema dell’inquinamento e di non aver mai visto di persona la situazione: “Chiederò all’Arpa, alla Polizia provinciale e al Corpo forestale di scattare esattamente una fotografia della situazione per capire cosa sta succedendo. Dopodiché, se sarà necessario, prenderemo provvedimenti”.

Se schiodasse il regale fondello e si recasse sul posto a vedere la situazione che subiscono i cittadini appenninici forse sarebbe un’Italia diversa, forse.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *