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Roma No Tav: occupata la CMC

Le iniziative contro l’alta velocità non si fermano. Questa volta ad essere presa di mira è stata la Cmc, cioè la Cooperativa Muratori e Cementisti che si è aggiudicata la maggior parte degli appetitosi appalti per la realizzazione del tunnel in Val di Susa e del resto dei lavori per l’alta velocità tra Torino e Lione. 

Alle 10.30 di questa mattina un gruppo di attivisti ha fatto irruzione all’interno della sede romana della CMC in Via Bissolati 77, nel centro della Capitale, e ne ha occupato i locali, mentre alcuni manifestanti esponevano davanti all’ingresso uno striscione che recitava “Fermiamo il non-cantiere. Siamo tutti Valsusini”. Gli attivisti, che hanno anche appeso delle bandiere No Tav alle finestre degli uffici, sono stati poi tutti identificati dagli agenti di Polizia arrivati in Via Bissolati circa mezzora dopo l’inizio della protesta nonostante il suo carattere pacifico e simbolico.

Non è la prima volta che i No Tav prendono di mira la CMC, in teoria una “cooperativa rossa” che però in realtà è una vera e propria multinazionale del ferro e del cemento impegnata in prima fila nella realizzazione, in Italia e all’estero, di grandi opere devastanti dal punto di vista ambientale e all’interno delle quali in molti casi è stata segnalata o denunciata l’infiltrazione dei poteri criminali. Oltre ad aggiudicarsi finora un appalto di 96 milioni senza gara per il tunnel geognostico di Chiomonte, la CMC ha avuto l’appalto dell’ampliamento della base militare statunitense Dal Molin a Vicenza e quello per la costruzione della tratta di alta velocità sull’appennino tosco-emiliano (per cui è stata condannata per disastro ambientale).

Scrivono in un comunicato le realtà promotrici dell’iniziativa:

“Siamo qui oggi davanti alla CMC Cooperativa Muratori e Cementisti una cooperativa cosiddetta rossa che oggi è la quinta impresa di costruzioni italiana, al 96esimo posto nella classifica dei principali 225 «contractor» internazionali.
La CMC si è aggiudicata l’incarico (affidato senza gara) di guidare un consorzio di imprese (Strabag AG, Cogeis SpA, Bentini SpA e Geotecna SpA) per la realizzazione del cunicolo esplorativo a Maddalena di Chiomonte in Val di Susa. Valore dell’appalto 96 milioni di Euro.

Appoggiamo la Resistenza della popolazione valsusina e ci opponiamo a quest’opera in quanto 
1 – INUTILE: tutte le previsioni sul numero di passeggeri e il volume del traffico merci dei prossimi anni stimano una diminuzione della domanda. 
2 – DANNOSA: l’impatto ambientale e sociale dell’opera sarebbe invece incalcolabile. Nessuna risposta è stata mai fornita agli innumerevoli esposti di tecnici e istituti indipendenti sul rischio inquinamento da amianto e uranio (minerali ampiamente presenti nel sottosuolo valsusino).
3 – INFINITAMENTE ESOSA: la realizzazione di quest’opera comporterebbe un dispendio di denaro pubblico senza precedenti. L’opera costerà 20 miliardi di euro (stime) in un momento storico in cui ogni spesa pubblica è tagliata, ai fini del pareggio di bilancio. NO TAV = NO al DEBITO!
4 – A RISCHIO MAFIA: l’architettura finanziaria che presiede alla realizzazione delle cosiddette “grandi opere” si articola in un sistema di appalti e sub-appalti in cui alto è il rischio di infiltrazione mafiosa.
“Rendere evidente la produzione di valore per il mercato, per i finanziatori e per le comunità con cui s’interagisce”
Questo dice il sito di CMC alla voce “mission”. 
E’ evidente a tutti che la TAV in Val di Susa non produce nessun valore per la comunità con cui si interagisce né per i finanziatori cioè noi, cittadini italiani.
Chiediamo perciò alla CMC di interrompere i lavori, di ritirarsi dall’incarico del tunnel esplorativo, di ascoltare la voce della comunità valsusina.
In Val di Susa non vi è in gioco l’opposizione alla realizzazione di un’opera pubblica. E’ invece la manifestazione di due modi contrapposti e paradigmatici di concepire e di vivere i rapporti sociali, le relazioni con il territorio, l’attività economica, la cultura, il diritto, la politica.
Per questo ci riguarda tutt*, per questo siamo con i valsusin*, per questo la società civile si mobilita contro quest’opera in tutta Italia.
Chiediamo a CMC di non rendersi complice della repressione militare a cui sono soggetti i valsusini. Chiediamo a CMC di non procedere con le esplorazioni, di non lavorare in un cantiere militarizzato, di non causare questa devastazione sociale, economica e ambientale”.


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