Ancora proteste e blocchi, a Quarto (Napoli), contro la realizzazione della discarica nella cava del Castagnaro. Da ieri mattina la cittadina dell’area flegrea risulta completamente isolata a causa dei blocchi stradali realizzati dagli abitanti. Secondo la Polizia sono circa otto i blocchi – ognuno composto da un presidio di circa 40 persone – lungo le principali strade di accesso e di uscita per Quarto. Vale a dire: via Campana, altezza Montagna Spaccata, strada statale Quater ingresso Domiziana, via Pietra Bianca, via Pisani, tra le altre. Dopo la fumata nera del vertice in Prefettura del comitato antidiscarica di ieri sera il presidio di Montagna Spaccata dei manifestanti è rimasto attivo per l’intera notte. All’alba sono stati attivati i presidi con i posti di blocco. La protesta quest’oggi dovrebbe portare al blocco anche delle attività scolastiche ed istituzionali della cittadina. E la mobilitazione potrebbe estendersi anche ai residenti del quartiere Monteruscello di Pozzuoli, di San Martino e di via Campana che si trovano proprio al confine con la cava del Castagnaro, il sito individuato per la discarica nonostante la contrarietà degli abitanti e di molti amministratori.
La tensione è alta. Fonti della Questura denunciano il lanci di alcuni sassi contro un’automobile della Digos e contro alcuni camion dell’Asia, l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti, che tentavano di passare un blocco.
La cronaca della giornata di ieri in una interessante corrispondenza di Stella Spinelli.
Torna l’incubo della discarica del Castagnaro
Stella Spinelli – Eilmensile 18 aprile
L’incubo della discarica che il commissario straordinario ai rifiuti della provincia di Napoli, Annuzniato Vardé, aveva deciso di realizzare nel polmone verde del Castagnaro, fra Quarto e Pozzuoli, e che dopo manifestazioni e proteste sembrava scongiurato, è tornato a materializzarsi. Con l’avallo del presidente della provincia, Cesaro, e quello della Regione, Caldoro, il commissario ha appena dato il via libera ai carotaggi, test preliminari ai lavori d’impianto della discarica. Ma la cittadinanza non ci sta. Quattro blocchi, stamane, hanno isolato la cittadina di Quarto, grazie a una mobilitazione generale organizzata attraverso un tam tam sui social network, dove i vari comitati in difesa del Castagnaro si sono da tempo impegnati a tenere alta l’attenzione sull’immane problema con passaparola continui. A quanto raccontatoci da uno dei manifestanti, uno dei blocchi è stato forzato dalla polizia, arrivata in massa, e costretto a ripiegare intorno alle undici, mentre gli altri tre sono riusciti a proseguire nel proposito di tagliare fuori Quarto da ogni comunicazione viaria.
Gli abitanti della zona non sono disposti a cedere, perché oltre a scongiurare la nascita di una montagna di rifiuti a due passi da casa e nel bel mezzo di un parco naturale, rigettano il comportamento di Vardé che continua a imperterrito a spacciare l’intera operazione come una sorta di riqualificazione ambientale, nascondendo le reali intenzioni. Inutili le prese di posizioni trasversali sorte contro quella discarica, il commissario pare non sentirci. Eppure in difesa del Castagnaro si è espresso il Governo, accogliendo la raccomandazione proposta al Senato; si è pronunciata la Camera dei deputati, approvando un odg; poi il Consiglio regionale all’unanimità seguito dalle amministrazioni e dai consigli comunali dell’intera area flegrea. Hanno inoltre detto no alla discarica il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il consiglio comunale di Napoli all’unanimità, il presidente del Parco dei campi flegrei, esponenti politici nazionali e locali di tutti gli schieramenti, associazioni ambientaliste, organizzazioni sindacali e il vescovo con tutta la diocesi di Pozzuoli. Un’opposizione massiccia, dunque, dettata da solide ragioni tecniche, scientifiche, normative ed economiche. Eppure, Vardé va avanti.
E se, dopo la grande marcia con ventimila persone dello scorso marzo, il commissario ha sembrato titubare fingendosi disposto a un passo indietro e a cercare una pace seria, adesso ha ripreso coraggio e riconfermato la sua decisione iniziale, annunciando anche di essere disposto a usare la forza pur di realizzarla.
“Abbiamo già vissuto questa esperienza con Pianura – hanno scritto i manifestanti – dove fu utilizzata la forza per dare esecuzione ad una decisione sbagliata. Il sito individuato venne sequestro dalla magistratura per essere tutta l’area fortemente inquinata tanto da ipotizzare un disastro ambientale. Non vogliamo che accada ancora e che si usi ancora una volta la forza per dare esecuzione a scelte ritenute unanimemente sbagliate. Facciamo appello a Caldoro, Cesaro e Vardé affinché rinuncino immediatamente a realizzare una discarica nella cava del Castagnaro. Facciamo appello al Prefetto affinché non conceda l’uso della forza pubblica per dare esecuzione a decisioni unanimemente ritenute illegittime. Superficialità, arroganza e spregio della democrazia rischiano di trasformare una legittima protesta popolare in una questione di ordine pubblico. Facciamo appello al senso di responsabilità di tutte le istituzioni coinvolte affinché si eviti un’altra Pianura”.
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