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Tav. La Francia prende tempo e traccheggia

Prendiamo la notizia per come la dà RaiNews, ovvero dall’informazione di stato un po’ più attenta al sociale, e vediamo di capirci qualcosa di più.

L’alta velocità Torino-Lione è legata ad “accordi internazionali e a un trattato”: Francia e Italia “hanno messo la loro parola e ritornare su questa parola è fuori discussione”, dicono da Parigi. Quindi si fa comunque? No. 

Per il progetto ora serve “un nuovo accordo che tenga conto dei finanziamenti disponibili, in particolare europei”: lo afferma il ministero dei Trasporti francese.

Il governo francese ha anche sottolineato che la Torino-Lione ha “un’importanza maggiore”, “diversa dagli altri”, e che per poter passare alla sua concreta realizzazione servono “nuovi finanziamenti” da parte della Ue. Traduzione semplice: la Francia non ha tutti i soldi che servono e non ha intenzione di metterceli, quindi se l’Europa vuole l’opera a tutti i costi, che tiri fuori altre linee di finanziamento. Gli accordi iniziali, che distribuivano il carico finanziario in un certo modo tra Francia, Italia e Ue vanno dunque rinegoziati.

Il ministro per lo sviluppo economico, Corrado Passera, parlando a margine dell’assemblea annuale dell’Ance, ha ribadito che la Torino-Lione andrà avanti. Ed ha aggiunto: “Eventuali dubbi riguardano solo progetti non ancora definiti”. La frase è incomprensibile, ma si intuisce che qualche problema “indefinito” è sorto.

Il presidente del consiglio della regione Rhone- Alpes, il socialista Jean-Jack Queyranne, il cui capoluogo è Lione, in una nota chiede “solennemente al governo di rispettare la parola della Francia a favore della Lione-Torino”, riferendosi all’ipotesi che Parigi freni sulla linea ad alta velocità tra Francia e Italia, come rivelato ieri dal quotidiano Le Figaro. “Gli accordi internazionali – afferma Queyranne – hanno permesso di portare la parte del contributo francese al 25% del costo totale del tunnel di base”, ricorda Queyranne, aggiungendo: “Sarebbe incomprensibile che la Francia rinunci alla Lione-Torino, per cui sono gia’ stati mobilitati 800 milioni di euro”.
Secondo Queyranne, l’opera “creera’ attività e occupazione, in un momento in cui il governo come l’Unione europea sono alla ricerca di investimenti favorevoli alla crescita”. “Appoggiare il progetto Lione-Torino – conclude – significa allo stesso tempo fare la scelta dell’Europa, dello sviluppo degli scambi, della tutela dell’ambiente, al servizio della sicurezza degli utenti e della popolazione”.

Qualcuno disposto a mettersi al servizio dei costruttori si trova sempre, al di qua e al di là delle Alpi…

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