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Val Clarea: 8 marzo No Tav

Racconta Cosimo Caridi de Il Fatto Quotidiano: 

“Per festeggiare l’otto marzo, le donne del movimento No Tav si sono date appuntamento a Giaglione, per una passeggiata fino alle reti del cantiere alla Maddalena. Qualche decina di attivisti ha raggiunto le recinzioni e le ha battute a lungo con delle pietre. Sono stati intonati cori e slogan contro le forze dell’ordine e contro gli operai che lavorano al tunnel esplorativo. Una pietra lanciata verso i militari ha colpito un agente della Digos: “è caduto immediatamente in terra” racconta un carabiniere che ha assistito alla scena. I No Tav sono stati quindi allontanati dal cantiere con un idrante e una volta arrivati a Giaglione sono stati tutti identificati dalla polizia. Non c’è stato alcun arresto, ma un giovane di Bussoleno, riconosciuto dagli agenti come colui che ha lanciato la pietra, verrà probabilmente denunciato per lesioni”.

Di seguito invece il report della mobilitazione di ieri sera redatto dal sito ‘NoTav.info’:

Mentre il cielo si apriva al sereno dopo giorni di pioggia, il clima mite  e le stelle hanno accompagnato i passi di un centinaio di persone che hanno voluto celebrare la giornata dell’otto marzo  in clarea. Alle 21 con la solita puntualità  arrivavano le donne e i tanti uomini,  nostri compagni nella lotta di tutti i giorni, dunque anche l’otto marzo.  Commentiamo le notizie del rinvenimento bellico della giornata con ironia, risate…ci informiamo sulla salute dei nostri ragazzi di Novalesa da chi arrivava dall’ospedale intanto che aspettiamo le donne di Giaglione che portano i dolci da gustare: lotta e festa.
La poesia del paesaggio si strozza alla vista del cantiere, sempre illuminato a giorno a ostentare la violenza che rappresenta, sulla terra e sulle persone.
Battiture, slogan, sberleffi e tutto quello che può farti uscire di bocca vedere la terra devastata, uomini impegnati a stuprarla e centinaia di guardie di tutti i tipi a difendere lo scempio.
Verso mezzanotte cominciamo a ritornare a Giaglione, soddisfatte. Amiche ci informano di posti di blocco verso Susa, ma a casa vogliamo e dobbiamo tornare e dunque si va ma non facciamo molta strada . Prima dell’imbocco della statale per Susa posto di blocco in pompa magna. Ci fermano ” normale controllo di polizia”- ma son carabinieri!!!- ma è normale tutto questo?- “facciamo il nostro lavoro”…. . Dalla finestra di una casa vicina un vecchio guarda la scena surreale:  più di una decina di persone fuori dalle cinque auto ferme, luci e lampeggianti, uomini in divisa.
Intanto una parte di noi si è intrattenuta più a lungo alle reti, continuando con slogan e battiture: parte l’idrante già posizionato prima e le guardie escono dalla gabbia inoltrandosi fino al ponte. Ci si ricompatta e si va verso Giaglione dove però decine di uomini in divisa schierati ci circondano e ci bloccano per più di un’ora praticamente immezzo al paese: identificati e perquisiti. Un giovane viene addirittura filmato e poi denunciato perchè riconosciuto dai vestiti attraverso i filmati della serata e quindi  accusato di essere presente mentre usavano gli idranti!!!  (la giustizia in tempo reale…)
I posti di blocchi proseguono per mezza valle, alcune di noi verranno fermate più volte a poche centinaia di metri di distanza!!!
Questa la cronaca di un’ordinaria passeggiata in Clarea e dell’ordinaria militarizzazione della valle: soprusi e intimidazioni verso chi non toglierà mai l’assedio a quel cantiere, fino alla sua chiusura.
Ieri sera tra le altre cose studiavamo come risanare l’area, come riportare alla vita quel posto. Cominciamo a pensare a questo, a come ricostruirlo perchè quel cantiere è più morto della morte che si porta dietro.

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