Menu

NoTap: il Salento dice no al gasdotto trans-adriatico

di Bric-a-brac 

Il Gasdotto Trans-Adriatico (conosciuto con l’acronimo inglese di TAP, Trans-Adriatic Pipeline) è un progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che connetterà Italia e Grecia via Albania, permettendo l’afflusso di gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso, del Mar Caspio (Azerbaigian) e, potenzialmente, del Medio Oriente. Gli azionisti del progetto sono la norvegese Statoil (42,5%), la svizzera Axpo Holding (42,5%) e la tedesca Eon-Ruhrgas (15%). Il gasdotto avrà una capacità iniziale di 10 miliardi di metri cubi l’anno con la possibilità di raddoppiare. In Italia la linea toccherà terra a San Foca in Puglia e dovrebbe essere operativa da gennaio 2019. Sempre che il comitato No Tap (la rete di municipi e associazioni che si oppone al gasdotto) non riesca ad avere la meglio (QUI la petizione che il comitato ha lanciato su Change.org, in cui si chiede ai ministri Zanonato e Lupi di fermare il progetto).

Sul sito il Tap viene presentato così:

Il Trans Adriatic Pipeline (TAP) è un progetto per la costruzione di un gasdotto transadriatico. Il gasdotto collegherà la Grecia alle coste meridionali dell’Italia passando attraverso l’Albania e il mar Adriatico permettendo così al gas proveniente dalla regione del mar Caspio di raggiungere direttamente i mercati europei. La Trans Adriatic Pipeline (TAP) sostiene l’obiettivo strategico dell’Unione Europea di garantire il futuro approvvigionamento energetico. TAP trasporterà gas naturale dal colosso Shah Deniz II in Azerbaigian, attraverso la Grecia e l’Albania, dal Mare Adriatico al Sud Italia, e in seguito in’Europa occidentale. Il progetto prevede la possibilità di espandere la portata da 10 a 20 mld di metri cubi all’anno a seconda della domanda e offerta.
TAP permette inoltre di creare impianti per lo stoccaggio del gas in Albania al fine di garantire una maggiore sicurezza di approvvigionamento per il mercato europeo in caso di interruzioni operative. TAP promuoverà lo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro lungo il percorso del gasdotto, e sarà l’unico impianto nel “Corridoio meridionale del gas” a non dipendere dal denaro pubblico.

Secondo il governo italiano, la realizzazione del gasdotto “avrà effetti per i prossimi 20 anni […] spostando il cuore degli hub energetici europei e rendendo l’area adriatico-jonica al centro della futura politica energetica europea”.

La costruzione del Tap dovrebbe cominciare nel 2015 e terminare nel 2019. Secondo il country manager del Tap, Giampaolo Russo, il progetto dovrebbe creare oltre 2.000 posti di lavoro per l’Italia.

“Il gas comincerà ad arrivare il primo gennaio 2019, come previsto dagli accordi, e noi dovremmo iniziare i lavori in Puglia alla fine del 2015″, ha spiegato il country manager del gasdotto Tap, Giampaolo Russo, a margine di un’audizione davanti alla Commissione industria del Senato che si è svolta a fine luglio.

“I lavori più lunghi, circa tre anni, saranno per il terminal di ricezione del gasdotto – ha spiegato Russo – mentre per la condotta basterà una sola stagione invernale”. Il via ai lavori è previsto per la fine del 2015 mentre “il prossimo anno sarà dedicato all’ottenimento delle autorizzazioni – ha illustrato il rappresentante Tap – A settembre consegneremo il materiale per la Via nazionale e la Regione ha detto che manderà un parere in tempi ridotti, spero due o tre mesi”. Dopo la Via toccherà all’autorizzazione unica con i pareri dei comuni che si preannuncia più complessa, visto che alcuni enti locali per il momento hanno rifiutato le richieste di incontro della compagnia.

“I lavori in Grecia e Albania – ha sottolineato Russo – sono più lunghi e inizieranno prima anche perché il processo delle autorizzazioni è stato più rapido ed è più maturo.”

I tubi del gasdotto sbucheranno dunque in Salento, dove già si è innalzato il fronte No Tap (qui la loro pagina Facebook). Si tratta di una rete di municipi e associazioni che denuncia i possibili danni ambientali, paesaggistici e turistici che la pipeline potrebbe causare. I No Tap, recentemente, hanno guadagnato il sostegno alla loro battaglia dello scrittore Erri De Luca, secondo il quale il progetto del gasdotto va contrastato facendo leva sul diritto alla bellezza paesaggistica.

Secondo Russo, il gasdotto Tap che arriverà in Puglia, vicino a Melendugno, trasportando il gas azero non creerà problemi né dal punto di vista della sicurezza né da quello del turismo.

 

“Le statistiche – ha spiegato Russo – mostrano che per gasdotti delle dimensioni di Tap non si verificano incidenti perché la sezione del tubo è così grande e profonda che nessuna ruspa può danneggiarla, come invece accade per le reti di distribuzione a bassa pressione”. Il manager ha illustrato alla Commissione anche l’aspetto dei possibili impatti sul turismo: “Turismo e gasdotti convivono tra di loro: in Italia ci sono 8 località turistiche interessate dal passaggio di gasdotti e tutte hanno ottenuto il riconoscimento di Bandiera Blu, come dimostrano importanti studi”. Anche dal punto di vista delle emissioni l’impianto di ricezione del gas non presenta criticità per Russo: “Durante le normali operazioni l’impianto non produce emissioni, potrà avvenire solo in caso di partenze e fermate rapide ma per un massimo di 160 ore l’anno, per un totale di emissioni quasi trascurabile rispetto ad altre industrie della stessa area”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *