E’ partita alle 15.15 di oggi dal piazzale della stazione ferroviaria di Arquata Scrivia la protesta del Comitato No Tav – Terzo Valico. L’ennesima mobilitazione per ribadire il ‘no’ delle popolazioni locali alla costruzione del tunnel ferroviario in provincia di Alessandria.
Un’iniziativa organizzata anche in vista della decisione del governo a proposito del finanziamento della ‘grande opera’, già in ritardo rispetto ai tempi previsti, ritardo causato in parte anche dalla capillare mobilitazione dei comitati e delle popolazioni del territorio interessato dal Terzo Valico.
Numerosa la partecipazione di realtà organizzate e di cittadini al corteo – circa un migliaio di presenze – che hanno sfilato accanto ad un comune di Arquata rimasto chiuso, suscitando così le critiche dei manifestanti contro la decisione del sindaco Paolo Spineto. Il serpentone, raggiunto anche da delegazioni della Val Susa e di altri territori, è poi arrivato in prossimità del cantiere di Radimero, dove entro l’estate dovrebbe arrivare la ‘talpa’ e il governo vorrebbe far ripartire i lavori di scavo del tunnel.
L’ultima manifestazione, sempre a Radimero, a novembre dello scorso anno, si era conclusa con il taglio delle reti che delimitavano il cantiere, senza incidenti, e la messa a dimora di una decina di alberi, in sostituzione di quelli tagliati dagli operai del Cociv, il consorzio di imprese che ha ottenuto l’appalto per la progettazione e realizzazione dell’opera. Nel frattempo le reti di plastica sono state sostituite con una recinzione in metallo. «La apriremo anche questa volta, entreremo nel cantiere per inaugurare simbolicamente il parco archeologico» avevano annunciato i portavoce dei comitati alla vigilia della manifestazione in riferimento al ritrovamento, all’interno del cantiere, di reperti di epoca romana.
Ciò che era stato previamente annunciato dai comitati di lotta si è puntualmente verificato: alcuni gruppi di dimostranti hanno indossato i caschi bianchi ‘No Tav’ e si sono avvicinati alle reti, tagliandole con delle cesoie, il che ha suscitato una dura reazione da parte dei reparti antisommossa della polizia presenti in forze sia all’interno sia all’esterno del cantiere. I poliziotti hanno caricato e lanciato alcuni lacrimogeni per disperdere i contestatori. Anche il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Scibona è stato manganellato dai carabinieri.
Poi la tensione è calata e i manifestanti, dopo essere riusciti a buttare giù alcuni tratti di recinzione – ma non a entrare all’interno del perimetro del cantiere – si sono ricompattati in uno spiazzale antistante all’area presidiata dalla polizia dove sono iniziati interventi degli organizzatori e di alcuni artisti solidali.
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