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James Cameron sul fondo della Fossa delle Marianne

Famoso per film assolutamente innovativi sul piano degli effetti speciali e della capacità di sorprendere visivamente (Titanic, Abyss, Avatar), il regista canadese James Cameron ha raggiunto il fondo della Fossa delle Marianne, a 10.898 metri di profondità nel Pacifico, a bordo del battiscafo monoposto Deepsea Challanger.

La spedizione era stata organizzata insieme al National Geografic, con una preparazione che ha richiesto sette anni. Il prodotto di questo lavoro è stato un minisommergibile in grado di scendere negli abissi del mare alla velocità di circa 150 metri al minuto e di resistere ad una pressione di oltre 1,2 tonnellate per centimetro quadrato.

La discesa è dunque durata circa tre ore, con lo scopo di raccogliere dati, campioni e filmare immagini e naturalmente filmare. Una missione dunque scientifica in piena regola, non solo un “numero” fatto per accontentare un regista stupefacente.

QUesta immersione, d’altro canto, non è affatto “abituale”. L’impresa di Cameron arriva infatti a più di 50 anni dalla precedente, quando fu invece il batiscafo Trieste, di costruzione italiana, con a bordo Don Walsh e Jacques Piccard, i primi raggiungere quella profondità. Cameron è invece sceso “in solitario”.

La risalita è stata leggermente più raèida del previsto, in 70 minuti; il batiscafo è tornato in superficie alle 4 del mattino ora italiana, 500 km a sudovest dell’isola americana di Guam, nel mezzo del Pacifico occidentale, a metà strada fra l’Australia e il Giappone.

In seguito il fondale era stato raggiunto da due robot sottomarini, il giapponese Kaiko nel 1995 e l’americano Nereus nel 2009. Il Deepsea Challenger è un batiscafo monoposto di colore verde, dalla insolita forma di siluro verticale, lungo 7,3 metri. È stato costruito in Australia, nella massima segretezza, in collaborazione col National Geographic. Alla progettazione del batiscafo e della discesa hanno partecipato lo Scripps Institution of Oceanogrphy, il Jet Propulsion Laboratory e l’Università delle Hawaii. Il Deepsea Challenger ha una sfera di pilotaggio che può contenere una sola persona, fatta di acciaio spesso 6,4 cm, con un unico oblò di vetro speciale. È fornito di bracci meccanici con telecamere e pinze per la raccolta di campioni.

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