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Saviano, un bene non comune. Anzi, di destra

Roberto Saviano è uno che si considera uno scrittore (ahi, mestiere sottile, che si confronta col divino della creazione…). E che alle parole deve molto. Il suo status sociale, se non altro. La sua notorietà.

A lui è insomma concesso meno che ad altri il “giocare” con le parole, i significati, i sensi…

Cos’è accaduto? Nulla, in fondo. Questa icona vuota della giustizia – vuota in senso tecnico: la legge in quanto tale è sempre “positiva”; ovvero “c’è questa legge qui e dobbiamo tenerne conto”, sia che tratti della libertà di parola che delle “razze umane” (if you remember “leggi razziali”…) – ha dato un’intervista.

A chi l’ha data? La domanda è scabrosa soprattutto per gli uomini, ci sembra…

A Pietrangelo Buttafuoco, giornalista di Panorama, casualmente settimanale berlusconiano. Ovvero al

Nipote dell’ex parlamentare dell’MSI Antonino Buttafuoco. Dopo gli studi, prima a Leonforte e poi a Catania, in filosofia, Buttafuoco comincia la sua attività giornalistica al Secolo d’Italia, quotidiano dell’allora Movimento Sociale Italiano. Dal 1991 è componente del Comitato centrale di questo partito, e poi, dal congresso di Fiuggi, è componente dell’Assemblea nazionale di An, fino al 2003. Tra il dicembre 1995 e il 1996, è direttore del periodico L’Italia settimanale, dove si segnala per copertine dai titoli provocatori. Prima collabora con Il Giornale e poi viene assunto nella redazione romana, e alla fine degli anni novanta conduce per due stagioni, su Canale 5, chiamato dall’allora direttore Gianpaolo Sodano, la trasmissione Sali e Tabacchi. Lavora per alcuni anni al Foglio di Giuliano Ferrara, prima di approdare nel 2004 a Panorama, con la qualifica di “capo servizio”, chiamato da Pietro Calabrese.

 

“E vabbuò”, direbbe l’indimenticabile comandante Schettino… “Ce vulisse scippa’ a capa pe’ n’intervista”?

Ma quando mai. Non ce ne può importare di meno. Uno scrittore (ahi… e basta) la dà (l’intervista) a chi gli pare. In fondo deve vendere i suoi (?) libri.

No, a noi interessa il merito (siamo “comunisti meritocratici”, lo confessiamo…). Cos’ha detto?

 

“Come scrittore, mi sono formato su molti autori riconosciuti della cultura tradizionale e conservatrice, Ernst Jünger, Ezra Pound, Louis Ferdinand Celine, Carl Schmitt… E non mi sogno di rinnegarlo, anzi. Leggo spesso persino Julius Evola, che mi avrebbe considerato un inferiore”.

 

Nemmeno Vicky di Casapound avrebbe potuto sperare tanto: l’intero Pantheon nazifascista (lo so… basta poco spazio!) in un colpo solo!

L’unica cosa giusta è l’ultima. Persino quella chiavica di Julius Evola avrebbe considerato Saviano un “inferiore”. Come scrittore, dico…

Ecco. Questo è Roberto Saviano, “bene comune della sinistra”, come ha avuto modo di scrivere a suo tempo Norma Rangeri, la culturalmente meno indipendente dei molti, spesso ottimi  e quasi sempre colti, direttori de “il manifesto”.

 

p.s. L’intervista non è di oggi. E’ del 2010. Ciò torna a ‘scuorno di chi ha scritto “bene comune” dopo di quella data…

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6 Commenti


  • Gianni Carrassi

    Mah, e che ci sarà mai di scandaloso? Trovo che letture come quelle citate da Saviano (che NON MI PIACE, per le sue note posizioni sioniste), non siano poi male, anzi, le trovo istruttive, importanti ed interessanti, compreso Evola, naturalmente. Mi preoccuperei se queste fossero le uniche letture del personaggio, se le parole, gli scopi le idee ecc. contenute nei testi di quegli scrittori, poggiassero sul vuoto del sapere, della conoscenza, dell’intelletto e dello spirito. Se prima o dopo non ci fossero altre letture e visitazioni, se non ci fossero, cioè, altri concetti, altre parole e valori ad accoglierne, comprenderne e valutarne i contenuti. Di fronte alla malattia, al male, il buon medico non gira le spalle, ma la studia e fa ricerca per comprendere le cause, stimolare il sistema immunitario e trovare la cura, prima ancora che sugli altri, inizia da se stesso.


  • davide

    si,gianni,in parte condivido quello che dici.Io sono comunista,di quelli che stan sulle palle anche ai compagni perchè diciamo di stampo sssr,però mi piace assai anche la Politica e leggo libri e autori anche anti comunisti non per avere un altro punto di vista-che me ne fotte-ma per capire come funziona ,come si struttura,la macchina anti comunista dal punto di vista della propaganda,della manipolazione,dell’arte politica.Dobbiamo leggere e vedere di tutto,ma senza complessi di colpa e di inferiorità,senza intellettualizzare troppo le pretese dei nostri nemici.Questo è un punto e più o meno concordo con te.
    Mi pare che i compagni con questo loro intervento volessero dire ben altro:come si è ridotta la sionistra democretina,imperante dal 1989 fino ad oggi?A prendere uno che si è formato totalmente-vedi altri nomi in quella lista?-su un certo tipo di letteratura e pensiero,uno che -con taricone,pensa un po’-frequentava ambienti della destra poundiana,un nazisionista,un mistificatore dei fatti di robustissimo indirizzo imperialista e colonialista,e trasformarlo in un dono prezioso per la sinistra,in uno dei nostri che dobbiamo difendere e ascoltare manco fosse Lenin .Uno che ha trasformato l’anti mafia in un fatto da star system,rovinando con la sua retorica la lotta degli Impastato ,Fava e altri grandi che usavano le parole per screditare il male peggiore della nostra nazione-uno dei tanti.
    Quindi non è un mero problema di ;ma che cazzo legge saviano?Il problema è che dal 1989 in avanti abbiamo a che fare con una sionistra euroatlantista colonialista e imperialista ipocrita nel suo usare i diritti umani come cavalli di troia per distruggere l’autonomia delle altre nazioni e di altri sistemi.Questi non possono che sostenere un Saviano,traghettando però anche molti cittadini che pensano pure di stare dalla parte giusta.


  • alessandro

    evviva celine. saviano è un coglione ma non per quello che legge- quindi quest’articolo manca il punto, fa cascare le braccia ed è pure scritto maluccio (troppi scherzetti e infiorettature per non dire nulla)


  • carlo

    bhè, quelle cose le ho lette anche io.
    celine e pound mi sono pure piaciuti.

    e allora ?


  • Daniele

    Secondo me questo è solo un’articolo scritto male e che parla di un fatto vecchio. Che Saviano non sia un’icona della sinistra, o meglio non debba esserlo, è cosa nota a tutti quelli che hanno letto un po’ i giornali e non si siano limitati a vedere ‘Che tempo che fa’. Quindi a cosa serve questo articolo? boh!!!


  • gigino alfano

    M’avete rotto i coglioni tutti quanti siete!.tutti quanti siete non avete capito un tubo riguardo a Saviano!in questo caso specifico,mi riferisco,per intenderci alla Latteratura,quella vera,non quella salottiera e televisiva- nazional popolare,fatta per intrattenere i cretini!Saviano,ignorante di Letteratura com’è,vi ha fregati tutti quanti siete,sostenuto in ciò da una “casa editrice”che non sa niente di” Letteratura” e vuole non saperne niente,come la maggioranza e più degli analfabeti nostrani e non,che compra i suoi libri,ma che s’intende benissimo di “MARKETING” e di “BUSINESS”,per cui Saviano,essendo anche lui nato e cresciuto con la mentalità del”MARKETTARO” e che markettaro!…ha trovato terreno fertile per espandere ovunque le sue radici avide di humus danaroso,una volta resosi conto con chi aveva a che fare e quali sarebbero stati
    i lettori a cui rivolgeva il suo sgrammaticato,improvvisato e infocato messaggio da imbanditore che propone l’acqua calda,sebbene importante politicamente e socialmente parlando,per quanto riguarda la coscienza nazional-popolare,tanto da guadagnarsi la stima di molti politici influenti e non;ma povero culturalmente riguardo a
    preparazione letteraria e a stile letterario,com’e quello dei faldoni,che si leggono nei Tribunali,redatti dalle varie Forze
    dell’Ordine pubblico.Ciao!…mi raccomando,non v”infiammate come Saviano fece a Casal di Principe!…non ne vale la pena con i “Politici”che abbiamo oggi..altrimenti potreste fare la figura dei coglioni,come lui,ma senza quattrini!..Ciao!…
    Statevi bene,riguardatevi!…

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