Non sono pochi i premier e i banchieri centrali che, prima di diventare tali, sono entrati a far parte del Gruppo di Bilderberg o della Commissione Trilaterale. Tra questi, ad esempio, ci sono Draghi e Monti ma non solo loro. Anche il neo-premier Enrico Letta è un membro di entrambe.
L’esistenza di queste organizzazioni pone questioni decisive come quella del controllo democratico sui processi decisionali pubblici. Come è possibile gestire le sfide della mondializzazione con forme di coordinamento composte da élites ristrettissime? Élites selezionate solo in virtù della propria enorme ricchezza, che appartengono a pochi Paesi, non sono elette da nessuno né delegate da alcuna autorità pubblica, agiscono in modo segreto e sono ispirate al dogma del mercato autoregolato. Le recenti vicende dell’euro dimostrano quanto una gestione affidata a ristrette élites mercatistiche sia portatrice di caos. L’obiettivo di questo libro è analizzare l’organizzazione internazionale delle élites transnazionali, le basi economiche del loro potere, gli orientamenti e i modi attraverso i quali riescono a influenzare gli altri livelli di potere, a partire dagli Stati-nazione. Il recente libro dello studioso marxista Domenico Moro (“Club Bildeberg”, edizioni Aliberti) cerca di mettere a fuoco il ruolo di queste organizzazioni delle classi dominanti.
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