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Un Clic! ha cambiato la vita agli Eroi di carta nostrani. L’ultimo libro di Dal Lago

Quando la demagogia elettronica prova a rimpiazzare la macchina democratica. Considerazioni e appunti emersi da una lettura dell’ultimo libro del Professore e Sociologo Alessandro Dal Lago in chiave scacchistica.

Introduzione scaccografica alla partita del giorno: il cavallo muove con eleganza il suo passo, per affrontare i giganti in campo avversario.

“Clic!” ( Cronopio Editore, pp. 150 euro  12,50) scritto da Alessandro Dal Lago e pubblicato nella collana Rasoi è un saggio coraggioso. Lo è come lo sono tutti quegli scritti che nascono nella mente di un autore quando sono mossi- e motivati- da una sana voglia di provare a capire il nostro tempo. Non è semplice trovare “consensi facili” fra i lettori, proprio quando lo spazio editoriale contemporaneo è saturo di saggi politici che vogliono essere manuali finali sulla propria decisione politica: tanti editori pubblicano libri di “politici”, che dalla vetrine delle librerie di stazioni, aeroporti e altri non luoghi… mostrano la faccia di chi ha qualcosa in più da dire. Come se leggere libri fosse il destino di chi vive fra mondi transitori, o di chi ha solo occhi per le belle facce in copertina capaci di  ammiccare nei confronti del lettore. Vien da pensare che i libri veri, in copertina, mostrano un titolo e un sottotitolo. Solo questi due elementi dovrebbero bastare a muovere la voglia di comprendere il contenuto scientifico-politico analizzato dall’autore. Eppure (questo lo sanno bene i librai, i critici appassionati  e gli autori di saggi che nascono da un intenso lavoro di ricerca) avremmo sempre più bisogno, in un momento come questo, di libri-rasoi capaci di sfoltire la patina delle apparenze demagogiche contemporanee.

Se un buon saggio politico è capace di far luce negli angoli bui della politica nostrana, questo piccolo volume di Dal Lago produce spunti di riflessione basati su una documentazione efficace e puntuale: è un bene che accada sulla carta stampata tutto questo, significa che certi libri- come questo di Dal Lago- meritano a pieno titolo di rimanere custoditi a lungo in una biblioteca pubblica.

 Una bussola del genere, utile a indicare una strada possibile a scoprire un modo di pensare –diverso, forse, ma pur sempre utile- per far rinascere il proprio orgoglio di cittadino che vive il qui e l’ora di questo tempo. Un buon libro che osserva la scienza politica contemporanea oggi dovrebbe far (anche) questo:  risvegliare-stordire-colpire chi legge libri di politica spicciola perché colpito dai Vaffanday e dai Guru nel nuovo millennio. Roba già vista e sentita, lo sanno  bene quelli che hanno mangiato pane e politica per anni. Non lo sa chi oggi prova  cercare una strada (non importa se giusta o sbagliata o paurosa, ma importa che vi sia un percorso) da percorrere per far rivalere i propri diritti negati, in un momento storico difficile e figlio di processi economici malsani scaturiti negli ultimi 30 anni.

Apertura di gioco: “Il supermarket della partecipazione”. Ovvero: bisognerà pur fare la prima mossa, per immergersi in questo libro accattivante.

 Un qualsiasi italiano- poniamo sia un pendolare che viaggia in treno o un uomo adulto in fila alla posta- che compra un libro come questo di Dal Lago si troverà per forza di cose in una situazione di straniamento. Il primo pensiero che verrebbe all’italiano in questione è: Se in tv e sui quotidiani tanti si chiedono cosa farà il movimento 5 stelle in futuro, perché un piccolo libro s’interroga- e ben descrive- cosa diavolo è questo movimento 5 stelle basandosi solo su un approccio scientifico? Questa prima domanda deduttiva- e non induttiva come gli spot pubblicitari-  inquieterà non poco la coscienza di quel lettore che grazie al web è diventato e-lettore come si diventa utenti dell’e-commerce o dell’e-mail e domani di chissà cosa e-altro .

 La seconda domanda in cui potrebbe imbattersi l’italiano medio di cui sopra- stordito dalla comunicazione aggressiva, ma mai stupido. Sia chiara l’accezione di italiano medio…sic!- ben volenteroso di andare oltre l’indice di un  prezioso libro come questo è: In questo Paese i saggi di analisi politica contemporanea possono arrivare al grande pubblico dei non-lettori italiani solo per la schiettezza di linguaggio ?

A quel punto, il potenziale lettore, avvilito da due domande di questa portata potrebbe assumere l’abito del non-lettore medio italiano: ridiventare ancora una volta il figlio adottivo che dalle riviste patinate da edicola è poi passato ai libri allegati ai quotidiani. Per concludere il suo percorso fermandosi impalato di fronte alla parete magnifica dei best seller  esposti come  scarpe di grido nei supermercati: tutto pur di non sentirsi dire che sta inseguendo le gesta di un movimento che non nasce da istanze collettive e reali, ma solo da abili campagne virali pensate sui monitor di  un’agenzia di comunicazione.

Fase secondaria, chiamata negli scacchi, mediogioco: “Mo’ vi mento”. Se sono arrivato fin qui converrà continuare a leggere tutto il libro di Dal Lago. Vuoi vedere che il Professore è capace di sostenere pensieri validi pur senza far parte della macchina del fango?

 Esiste ancora una vorace voglia di leggere da parte del lettore italiano per comprendere, capire, abbandonare il pensiero qualunquista imposto dalla grande comunicazione digitale  e non ? Me lo domando mentre leggo la seconda parte di “Clic!”.

Leggendo con attenzione, mi pare di capire che solo di recente- nel tentativo di guardare oltre la finestra del proprio ego interiore- quel lettore di cui sopra ha appurato che il tubo gli mancava e non  poteva vivere senza immagini da sogno: ieri il “canale-tubo” era quello catodico di casa propria, oggi è quello telematico del proprio “cubo” da ufficio o da stanza al chiuso.

 Per meglio dire: Prima la tv commerciale di casa, oggi la video democrazia in pillole scaricabili dal web.  Materiali umani inermi, come gli appassionati della politica- in scatola- e preteorizzata-   che nascondendosi dietro la sigla movimento ben manipolano l’ottima materia umana con cui costruire finte masse. Il tutto a vantaggio di chi unisce le grida e gli insulti teatrali di un attore (Grillo) agli algoritmi viralcommerciali del web ( Casaleggio e Associati dell’omonima agenzia pubblicitaria).  

Io che della tv ne ho la mente e i timpani pieni, leggendo un libro come Clic!, coraggioso e pungente al tempo stesso (me lo ha consigliato un vero libraio, figura rara oggi) sto comprendendo perché è fondamentale scavare all’interno di certi meccanismi virali. Manovre che cercano consenso nei cittadini facendosi portatrici di una “rabbia necessaria”, una ricerca di rivalsa  colma di contraddizioni perché imposta da chi vede i problemi politici come merce di mercato. 

La fusione fra qualunquismo politico e viral marketing , nel tempo ha favorito la nascita di un Blob (Il MV5S) alieno. Una creatura molto pericolosa per la collettività contemporanea.  Questo pensiero mi è venuto in mente dopo aver annotato in agenda, a malincuore per me che amo i fumetti di un tempo, l’esempio che il Professore Dal Lago fa a proposito di due elementi molto pre-potenti (grazie al cinema) nell’immaginario collettivo: la V rosso sangue di un noto personaggio di un fumetto e la maschera del vendicatore Guy Fawkes.

 Due simboli questi che hanno preso piede nelle strategie di consenso di vari movimenti di indignados sparsi per il globo mentre in Italia, ufficialmente, il MoVimento Grillo-Casaleggio è stato depositato con una V maiuscola per ragioni pubblicitarie ben precise.

Mi dico, dopo un esempio del genere, “ È possibile  cavalcare l’onda del pensiero populista contemporaneo, con simboli potenti nell’immaginario collettivo, nascondendo certe strategia di marketing molto sottili e persuasive… che non appaiono agli occhi dei cittadini comuni e potenziali elettori?”  Non avendo trovato risposta ho continuato a leggere il libro.

Finale di partita: Conclusioni “Quello che ci aspetta”. Se i neri in campo avversario sono pericolosi oggi per tutti, domani lo saranno i bianchi dell’est e dopodomani anche gli abitanti di marte.

Ovvero: Bisognerà pur dirla qualcosa contro i diversi, i cattivi, i potenti che ci nascondono la verità nella vita di tutti i giorni mentre solo sul web accadono cose reali.

Nel  campo nemico gli elettori (si legga italiani sfiancati dalla crisi globale) attendono una mossa utile a ribaltare la partita: peccato che quella partita- fra insulti e banner pubblicitari- si giochi sul web e sui palchi. Quasi mai nell’arena politica vera.

Non può esservi base politica concreta -e storicamente valida- lì dove vi è una voglia di contrapposizione alle logiche del potere, quando quella voglia nasce solo dal gesto di un singolo internauta che non rappresenterà mai un io vero e decisivo. Bensì, alla fine dei conti, solo un io narcotizzato dal bisogno di sfogare rabbia contro il mondo attraverso la rete.  Mi viene da pensare: “Caro futuro e aspirante non-leader politico, dimmi come parli e da dove parli agli italiani e ti dirò davvero quanto ne hai sputate  (e firmate) di teorie assurde che hanno popolato un contenitore (la rete) mentre cercavi il potere puro”. Niente di male nella lotta per il potere, di fatto è alla base di tutti i regimi democratici contemporanei.

Il problema sta nel fatto che tesi non-politiche  prive di contenuto. Per contenuto politico di una tesi, ovvero l’intento teorico di una mossa decisiva nella lotta per quel potere …Una lotta  utile a incoraggiare una vera formazione politica, capace di guardare sul serio le collettività.  Senza servirsi – ieri la tv- oggi il web di strumenti potenti ma utilizzati- almeno in questo Paese- ad attrarre consensi politici facili. Voglia di far politica  su larga scala, in nome di qualche milione di clic in rete e di qualche altro milione di frasi qualunquiste pubblicate sotto quei video-spot-promozionali.

Vincitore assoluto e leale:

 Il Professore e Sociologo Alessandro Dal Lago, osservando con attenzione questa strano duo ( formato,  ripeto, da un comico-attore e da un esperto di comunicazione), ben individua nei due principali attivisti – nonché volti sempre presenti sulle pagine politiche dei giornali italiani degli ultimi anni-  gli artefici di un finto sapere. Quel sapere che appare prodotto come cibo in scatola, e  inserito nel web in modo violento e spropositato.   Per mezzo di una ventosa  sturalavandini travestita da mouse.

Menzione speciale al vincitore della partita:

Questo saggio su Grillo e Casaleggio ( e sul Movimento 5 Stelle)  mette in luce, in modo razionale, cosa manca davvero a un movimento così potente nell’immaginario collettivo italiano e al tempo stesso privo di nervi carne e ossa vive. Parti indispensabili per definirsi macchina politica capace di attuare un “regime” democratico. Se anche questo libro darà fastidio a tanti, ebbene, che accada pure. Io, da semplice lettore di libri, a un pensatore di questa portata  non posso che dire Grazie.

* precario italiano e lettore di libri.

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