Oggi sul Corriere della Sera si legge un incredibile titolo in prima pagina: “I belli, i brutti: saremo specie divise?” Un segno dei tempi che dà l’idea della diffusione di un invasamento pseudo-scientifico che apre le porte a impostazioni devastanti e fascistiche sulla razza superiore.
L’articolo è di Edoardo Boncinelli che fa un resoconto delle teorie strampalate di Oliver Curry, prendendone più di una volta le distanze, ma, come dire, con tanta tanta comprensione e moderazione.
L’articolo così sunteggia le teorie di Oliver Curry: “nel giro di 100.000 anni la nostra specie di dividerà in due sottospecie costituite una di individui alti, slanciati, sani e intelligenti e l’altra di individui poco brillanti, brutti e sgraziati. Si formeranno insomma secondo questa predizione una classe geneticamente superiore e una inferiore. Perché? Dopo un prevedibile picco, raggiunto più o meno nell’anno 3000, la nostra specie decadrà a causa della sua dipendenza sempre più marcata dalla tecnologia. Ci sarà anche una contrazione demografica e gli individui diverranno sempre più esigenti nella scelta del partner. Tutto questo potrebbe infine portare a una bipartizione della specie secondo lo schema appena riportato. Ci sarà meno empatia e molta meno capacità di venire incontro alle esigenze degli altri. L’aspetto diverrà sempre più giovanile e scompariranno gli zigomi come effetto della sempre minore esigenza di masticare cibi tenaci”.
E’ difficile vedere insieme tanto ciarpame antiscientifico e razzista. Innanzitutto chi è questo Oliver Curry, un medico studioso quantitativo come Cesare Lombroso, che, almeno, per tirar fuori le sue sgangherate teorie aveva osservato migliaia di facce e crani umani, con un discutibile crivello, però, ideologico e “biased”? E’ un genetista di popolazioni? Niente di tutto ciò, egli insegna alla London School of Economics, il Tempio della sapienza autoreferenziale del neoliberismo, che si perita ormai di dettar legge anche alle basi delle scienze naturali e dell’evoluzionismo. Darwin come è noto trasse le sue conclusioni e le sue impostazioni sull’evoluzione dopo accurate riflessioni seguite alle sue ricchissime osservazioni quantitative visitando anche posti sperduti del mondo. Invece Oliver Curry, definito da Boncinelli, teorico (?) dell’evoluzione, parla dall’alto del suo incarico di ricercatore di antropologia evolutiva alla London School.
Curry fa strame di decenni di studi evolutivi. Ignora il fenomeno del lussureggiamento degli ibridi, dell’impossibilità di determinare (a meno di fantasie di teleologismi reazionari e/o lamarckiani, privi di qualunque fondamento sperimentale) le tendenze evolutive di una specie, data la natura pressoché casuale/stocastica della mutazione; l’affermazione della scomparsa degli zigomi è paragonabile alla frottola della tensione delle giraffe al collo alto per nutrirsi dei germogli di acacie. Inoltre perché all’essere alti si dovrebbe associare l’essere sani e l’essere intelligenti, posto che l’intelligenza sia quantificabile con esattezza?
Inoltre oggi sappiamo che i brutti, bassi, camusi uomini di Neanderthal hanno fornito molti geni a noi moderni occidentali bianchi, nonché ai WASP americani e agli arianissimi tedeschi (mentre ben poco ai neri africani!), tra cui i geni che codificano per la tendenza a sopportare il clima freddo col regalo però della diatesi a lupus, malattia di Crohn, maculopatie, diabete! L’evoluzione è assimilabile a un patchwork/bricolage o alla scomposizione delle figure alla Picasso piuttosto che a un mistico dipinto perfettino preraffaellita.
Alla fine del suo articolo Boncinelli conclude: “ Che probabilità c’è che questo accada effettivamente? Nessuno lo può sapere con sicurezza, ma a me sembra difficile che la specie si divida in due in futuro, non avendolo fatto nel passato, quando c’erano molte più condizioni che potevano favorire tale evento, come le diversità fisiche e le drammatiche differenze di classe sociale. Ma staremo a vedere. In fondo ogni ipotesi teorica è fatta per essere confermata o smentita dai fatti”.
Perché Boncinelli scrive di non sapere che la probabilità della speciazione nei due tronconi ipotizzati da Oliver e Curry è pressoché ZERO? Nessuno può sapere se ci saranno due o tre tronconi, se ci saranno specie umane con tette a punta o senza unghie: è inutile parlarne. Perché Boncinelli afferma che in fondo ogni ipotesi teorica è fatta per essere confermata o smentita dai fatti: ma di quale falsificazione scientifica si può parlare a proposito di tali scemenze? Wittgenstein ci ha insegnato che in campo scientifico vale “Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. Ai cultori dell’ideologismo metafisico non sarebbe il caso di dare spazio.
Sorge però un dubbio lancinante in merito all’articolo del Corriere della Sera, alla sparata nei titoli e all’atteggiamento bonario di Boncinelli. Forse si stanno covando le uova del serpente e bisogna non osteggiare le teorie pseudoscientifiche strampalate e razziste, che diventeranno di regime? Furono pochissimi gli accademici italiani a non aderire durante il fascismo al ciarpame antiscientifico del Manifesto della Razza: non scordiamolo!
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Oigroig
Quando sento di certi articoli mi viene in mente una cosa che ho sentito raccontare tanti anni fa. Nelle settimane antecedenti al colpo di stato di Pinochet, il caso che riempiva le prime pagine dei giornali cileni era lo sbarco di extraterrestri sulle Ande… Si direbbe che ci sia una correlazione tra l’irrazionalismo dei media e l’autoritarismo dei governi…