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E’ morto Franco Giustolisi, il giornalista che fece aprire “l’armadio della vergogna”

E’ morto a 89 anni un giornalista della vecchia guardia e un cagnaccio del giornalismo d’inchiesta (oggi  perduto o quantomeno ridimensionato). Il suo nome è legato indissolubilmente alla scoperta di un armadio negli scantinati della Procura Militare di Roma, un armadio con le ante semplicemente chiuse a chiave e rivolte verso il muro in modo che non si potesse aprire se non girandolo del tutto. 

Dentro c’erano i dossier nascosti – o meglio imboscati dalla “ragion di Stato” – sulle stragi naziste compiute nel nostro paese che lo Stato italiano aveva deciso di non perseguire in nome dell’alleanza con la Germania dentro la Nato e in nome della guerra fredda.
Giustolisi scoprì tutto e costrinse il governo a “girare quell’armadio” ed a tirarne fuori i dossier. Ma per dare seguito a quello che l’armadio della vergogna aveva rivelato ci sono voluti ancora moltissimi anni. Dopo quella scoperta Giustolisi non smise mai di indagare e portare alla luce con i suoi articoli i lati oscuri delle indagini e le lacune della giustizia e della magistratura sulle stragi nazifasciste.
Nel 2011 diede alle stampe il libro intitolato proprio “L’armadio della vergogna”. Nella presentazione del libro è scritto: “Nei mesi successivi alla Liberazione, molti dei colpevoli furono individuati e su di loro furono aperti procedimenti penali. Ma nel 1947 una mano ignota mise tutto a tacere, e i fascicoli con i nomi dei responsabili di quelle stragi finirono sepolti dentro un armadio custodito nella sede della Procura generale militare. Non ci furono istruttorie né processi. Tutto fu avvolto nel silenzio imposto dal potere. La descrizione di quei misfatti, le prove, le testimonianze, vennero scoperte per caso mezzo secolo più tardi, nascoste in quel vecchio armadio rifilato in un vano recondito, le ante chiuse a chiave, rivolte verso il muro. Grazie a quell’armadio gli assassini hanno goduto di sessant’anni di impunità. Grazie a quell’armadio è stata consumata l’ingiustizia più grande nei confronti del popolo italiano”.

Cronista fin dagli anni Cinquanta nei giornali Paese Sera e Italia Domani, Giustolisi era poi stato inviato speciale de Il Giorno, poi per la Rai (coautore della mitica TV7) e in seguito per L’Espresso. Insieme a Pier Vittorio Buffa è stato l’autore di Al di là delle mura (Rizzoli, 1984) e di Mara, Renato e io (Mondadori, 1988).

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