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A Complete Unknown: il nuovo biopic su Bob Dylan

Poi, al Newport Folk Festival nel 1965, Dylan abbandonò il sound acustico per quello elettrico, e pare che i puristi del folk lo fischiassero. I critici della sinistra tradizionale lo fustigarono pesantemente per essersi “venduto”. Al contrario, i giovani attivisti come me si sentivano galvanizzati: avevano sempre amato il rock ’n’ roll : la sua energia, la sua diversità di fronte a una società impomatata e repressa.

I testi di Dylan erano ora meno politici, ma rappresentavano meglio l’alienazione dei giovani in una società in cui cataste di prodotti da consumare seppellivano l’animo umano. Un paio d’anni dopo, aggiornammo la nostra analisi politica riconoscendo il potenziale del rock nel creare un clima culturale fecondo per una più vasta ribellione giovanile

Amore e Lotta. Autobiografia di un rivoluzionario negli Stati Uniti, David Gilbert, Mimesis, 2016

Nashville, Newport Folk Festival 25 luglio 1965, il giovane Bob Dylan si appresta a compiere unopera di tradimentoe di contestazione verso il proprio pubblico senza precedenti, almeno in un concerto dal vivo.

Quello che fino ad ora era il massimo esponente della scena folk, decide durante la serata che la celebra, di salire sul palco, attaccare lamplificatore alla chitarra elettrica e alzarla al massimo volume per suonare i suoi nuovi brani.

Un gesto che può sembrare normale ma non per il contesto in cui si svolgeva. Non durante un festival folk, con un pubblico “radicale” e così poco avvezzo ai compromessi che comportava lavvicinarsi al pop rock elettrico e quindi alla discografia mainstream nord-americana, abbandonando “a loro giudizio” la potenza del messaggio politico dei testi.

Bob Dylan aveva già pubblicato il suo primo album della svolta elettrica Bringing It All Back Home e stava lavorando al secondo Highway 61 Revisited, ma sicuramente la presa di posizione del cantautore del Minnesota in quel contesto, verso il suo pubblico che aveva contribuito alla sua popolarità è un vero e proprio pugno nello stomaco.

Highway 61, bisogna ricordarlo, è una canzone che appare nel suo primo album, che Dylan riscrisse parzialmente ispirandosi agli Everly Brothers, sulla base di un brano blues composto da Curtis Jones e di cui probabilmente ignorava l’autore, la sua “rivisitazione”, in realtà sarà una svolta radicale.

Non a caso nella precedente pellicola biografica su Bob Dylan, I’m Not There, uscita nel 2007 con la regia di Todd Haynes, il concerto di Newport del 1965 è rappresentato da una sparatoria verso il pubblico, con il nostro che imbraccia un mitragliatore che simboleggia la chitarra elettrica!

Il film di cui vogliamo parlare però è un altro, A complete Unknown, lultimo biopic su Bob Dylan girato da James Mangold, uscito in Italia a gennaio ed ancora nelle sale cinematografiche, interpretato da Timotee Chalamet, che si conclude proprio con levento appena raccontato e con il definitivo librarsi “solitario” in volo dellormai ex cantautore folk verso lolimpo della musica.

Il film basato sulla biografia scritta da Elijah Wald Dylan Goes Electric!, si concentra quindi sulla prima parte della carriera artistica di Bob Dylan, cioè la prima metà degli Anni Sessanta, a partire dal suo arrivo a New York per conoscere e farsi conoscere dal suo idolo Woody Guthrie, cantautore folk, pioniere di un genere che ispirò moltissimi artisti e attivisti politici americani ed a cui lo storico Alessandro Portelli ha dedicato, dalla metà degli Anni settanta, un nutrito numero di saggi e libri a cui volentieri rimandiamo.

Famosa la scritta sulla sua chitarra acustica This Machine Kills Fascist”.

Purtroppo Guthrie è molto malato su un letto da ospedale e assistito dallamico Pete Seeger, anche lui cantautore della scena folk ma, per così dire, neanche calcolato dal giovane Dylan che ha occhi solo per il suo mito. Seeger è animato da buone intenzioni, un bravo cantautore, molto più coerente di Dylan, ma non al suo livello artistico.

Nel film, nel suo primo incontro, Dylan suonerà la canzone composta per lui – Song to Woody – che sarà uno dei pochi brani originali compresi nel suo primo album che porta il suo nome e che registrò per la Columbia nel novembre 1961.

Una canzone che è un atto d’amore per i cantautori come Guthrie ed il loro mondo, e da cui cui proprio Dylan prenderà ispirazione, uomini che “sono venuti con la polvere e se ne sono andati con il vento”, come recita il ritornello del brano in questione.

Seeger, che è un “decano” della Folk music, ex membro della giovane gioventù comunista e del Partito Comunista Americano e messo nella lista nera durante l’era McCarthy – sa riconoscere il talento del ragazzo e capisce da subito quanto la sua capacità unica di interpretare la realtà e il cambiamento attraverso i suoi poetici testi, possa portare giovamento al movimento folk e le cause politico di cui è vettore. In quegli anni Seeger stava tentando a stento di portare avanti la scena e rendere meno di nicchia il genere tra i giovani, distratti dallaggressività disimpegnata ma sicuramente più affascinante del rock and roll e della british invasion, con una nuova generazione che si stava impegnando nel movimento per i diritti civili contro il segregazionismo portato ancora avanti negli stati del Sud.

Dylan è la “bright new face” della musica folk, come scrisse il New York Times, il 29 settembre del ’61 quando incominciava ad emergere con le sue performance, l’altro volto giovane del genere insieme a Joan Baez che aveva cominciato ad esibirsi nel 1958 a Boston e che che aveva suonato per la prima volta a Newport Folk Festival nel 1959.

A Complete Unknown ha una struttura abbastanza classica, in cui il nostro protagonista vive una parabola non tanto per quanto riguarda il suo percorso artistico, visto che come detto il biopic finisce proprio con lesplosione della sua carriera musicale con la svolta elettrica, quanto più nel suo rapporto con la scena folk e ciò che questo ambiente musicale significava per le battaglie politiche del tempo.

Inizialmente sia lartista che il movimento traggono vantaggio reciproco, Dylan si fa conoscere al mondo e il folk raggiunge i giovani in un modo che forse neanche Seeger si aspettava, probabilmente perché i tempi stavano cambiando. Sia il folk che Dylan arrivano allapice, ma quando questultimo comincia a sviluppare una certa insofferenza creativa verso i rigidi schemi del folk, quando cresce artisticamente anche influenzato dai suoni provenienti da oltre oceano, la scena lo rigetta e questo rapporto finisce tra fischi e disapprovazione, dopo averlo acclamato.

Il punto più alto di questa empatia tra pubblico e Dylan nel film è l’esecuzione di The times are a-changin’, canzone che darà il nome al suo terzo album su cui inizia a lavorare nell’estate del 1963 e che verrà pubblicato nel 1964, il primo a contenere esclusivamente sue composizioni originali su temi sociali, e tutt’ora una pietra miliare della musica contemporanea, l’ultimo prima della sua svolta elettrica.

Oltre Seeger e Guthrie, nel film sono tre i rapporti fondamentali che contribuiscono a fare crescere il giovane Dylan. Uno è quello con la sua fidanzata storica Sylvie Russo probabilmente alter ego fittizio di Suze Rotolo, la ragazza che passeggia con Dylan sulla copertina dellalbum The Freewhelin. Rappresenta lamore vero e autentico di Dylan, che inizialmente lo incoraggia ad essere sé stesso e ad emergere con le sue canzoni, ma fatica dividerlo con tutti e a stare dietro alla sua popolarità, e alla fine si sottrae da quella che al giorno d’oggi sarebbe definita una relazione tossica.

Un altro è Bob Neuwirth, anche lui cantautore, artista visuale che guida Dylan verso la svolta elettrica, in qualche modo aprendo il suo mondo a nuovi suoni e suggestioni, assecondando da amico e collaboratore la sua nuova maturità creativa.

Terza e ultima figura centrale per il percorso di Dylan in questo film è Joan Baez, che nella pellicola come nella realtà divide la ribalta col menestrello del Minnesota, abbracciando in pieno la causa del movimento. Più di tutti la Baez rappresenta, il rapporto di reciproco vantaggio che Bob ha con la scena folk. I due oltre ad avere una fugace ma intensa relazione, si aiutano a vicenda. a Baez contribuisce a fare emergere Dylan interpretando i suoi testi con la sua magnifica voce, e viceversa i testi aiutano lei a mantenere viva la sua carriera musicale.

Non a caso quando Dylan lascia Newport dopo aver dichiarato la sua indipendenza dal movimento folk, lultima persona che vede è la Baez che decreta la sua libertà e rappresenta in quel momento proprio il mondo che Dylan sta tradendo e abbandonando.

Dieci anni dopo, la Baez che nel film è interpretata da Monica Maria Barbaro, compose “Dimonds and Rust” sul burrascoso rapporto tra i due, forse una delle sue canzoni liriche più intense.

A Complete Unknown è un biopic che intelligentemente sceglie di concentrarsi su un periodo limitato dellincredibile vita di un artista universale, poliedrico, misterioso e dalle mille facce, difficilmente incasellabile in un solo genere musicale.

La storia della prima metà degli anni Sessanta negli Stati Uniti rimane piuttosto sullo sfondo, tranne forse la “crisi dei missili” a Cuba nell’ottobre del 1962 che entra prepotentemente nella narrazione filmica, facendoci immergere nel clima di possibile imminente escalation nucleare tra USA ed URSS, in misura minore entra invece il movimento per i diritti civili e le tensioni politiche che attraversano gli Stati Uniti del tempo.

Sicuramente in alcuni tratti la narrazione è un poromanzata, ci sono degli errori storici evidenti e forse linterpretazione di Chalamet, per quanto molto intensa, restituisce un poil cliché dellartista maledetto e tormentato, con una vena nichilista ed individualista che prende progressivamente piede.

Se la figura di Seeger risulta un po’ stereotipata, veramente “macchiettista” e con una stigmatizzazione negativa del profilo di Alan Lomax, che non gli rende giustizia. “Antropologo ed etnomusicologo, autore e produttore, archivista, conduttore radiofonico, e attivista politico, Lomax è l’uomo che ha scoperto Woody Guthrie e Muddy Waters. Luomo che ha registrato oltre 5.000 ore di musica e folklore per la Library of Congress di Washington, e che proprio per la sua attività di ricerca si è guadagnato lattenzione dellFBIhttps://www.minimaetmoralia.it/wp/musica/alan-lomax-luomo-che-registro-il-mondo/

Un gigante della ricerca musicale, e non solo, che ha permesso la conoscenza e la trasmissione della cultura orale delle classi subalterne degli Stati Uniti senza il quale una figura come Dylan non sarebbe mai esistita.

Molto interessante sicuramente la scelta di evidenziare laspetto malinconico di Bob Dylan quando decide di staccarsi dalla scena folk col suo live a Newport nel 1965. Per quanto capisca che sia giunta lora di lasciar andare il suo enorme talento compositivo – nel film è sostenuto da Jonny Cash interpretato da Boyd Holdbrook -, una parte di sé rimane amareggiata per come si è diviso dal mondo che lo ha scoperto e lo ha portato ad essere quello che era diventato.

Questo tormento ci porta a pensare alleterno dilemma per un artista: compiacere ed avere una totale riconoscenza verso il pubblico che gli consente di poter vivere della sua arte, o dare una chance alla propria libertà creativa senza assecondare il mondo circostante?

Sembra molto raro trovare lequilibrio, cosi come sembra difficile essere costretti a scegliere tra la piacevole sensazione di far parte di una comunità seguendone però le regole, ed essere liberi di seguire le proprie aspirazioni. Un dilemma che a ben pensare non riguarda solo chi fa arte e la forza di A Complete Unknown sta proprio nel farci riflettere su questo e su quella stagione musicale che ispirò una gioventù ribelle che da lì a poco mise in discussione l’establishment politico statunitense.

Tornando alla citazione iniziale, è proprio da una strofa di una canzone di Dylan: “non c’è bisogno di un meteorologo per capire dove soffia il vento” – (Subterrean Homesick Blues) registrata nel gennaio 1965 – che l’ala più radicale del movimento studentesco statunitense di cui Gilbert faceva parte, prese il nome per definirsi, e dare poi vita all’organizzazione clandestina del Weather Underground.

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3 Commenti


  • Vanda

    le emozioni dei miei 16 anni con un Tim nei panni di Bob che avrebbe meritato l’ oscar, con un Ed Norton magnifico nei panni di Pete Seeger, l’ ho visto 3 volte accompagnando vari amici oltre alla mia nipote ventitreenne. Bob Dylan deve esserne fiero…


  • Gianni sangiorgi

    il film è molto bello a chi piace il genere gli attori molto bravi nel interpretare i musicisti e dylan.questo film diciamo una parte del giovane dylan e da capire per me tante persone non l’anno capito perché per capirlo bisogna capire dylan e un giovane non sa neanche chi è dylan..io e 60 anni che ascolto dylan ho visto 10 concerti dico solo dio benedica dylan


  • Stefano Spadari

    Con estrema coerenza e intensità ho amato e tutt’ora adoro Bob. Ho 43 concerti nei miei ricordi e una volta l’ho pure incontrato. Questo film ha un valore e sento e avverto che nell’era della musica effimera alcuni giovani ne hanno compreso il messaggio.
    Sempre grazie BOB
    🎸⭐❤️Un vero DYLANIATO

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