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Usa: soldi agli oppositori siriani

Il Washington Post ha oggi diffuso documenti diplomatici del Dipartimento di Stato americano, già resi pubblici però sul sito di Wikileaks, relativi ai finanziamenti segreti di Washington e ai gruppi siriani anti-Assad, i quali avrebbero ricevuto, a partire dal 2006, circa 6 milioni di dollari a supporto dei loro progetti.

II finanziamenti erano stati avviati dalla presidenza Bush ma sono proseguiti anche con l’amministrazione Obama, nonostante questa abbia tentato di ristabilire relazioni diplomatiche con Damasco,giungendo a nominare nuovamente un ambasciatore dopo sei anni di interruzione delle relzioni diplomatiche tra Usa e Siria. Tra le attività dell’opposizione siriana finanziate dagli Stati Uniti, figura anche la gestione della Tv satellitare Barada con sede a Londra. Barada TV ha iniziato a trasmettere nell’aprile 2009, ma ha intensificato la sua attività per seguire le proteste di massa in Siria iniziate a marzo, nell’ambito di una lunga campagna per destituire il presidente Bashar al-Assad, scrive ancora il Washington Post. Barada Tv sarebbe collegata al Movimento per la giustizia e lo sviluppo, un gruppo di esiliati siriani residenti nella capitale britannica, tra i quali spicca Rifaat Al Assad, fratello dell’ex presidente e zio dell’attuale presidente. Rifaat, in esilio a Londra dal 1992, è conosciuto come il”macellaio” di Tadmor e fu il responsabile della repressione della rivoolta islamica di Hama nel 1982. L’articolo del WP afferma però che non è chiaro se gli Stati Uniti stiano continuando a finanziare i gruppi dell’opposizione siriana, ma i cablogrammi pubblicati da wikileaks indicano che il flusso del denaro è continuato almeno fino al settembre 2010.

L’articolo del Washington Post non segnala però l’attività antisiriana avviata da una struttura creata appositamente durante l’amministrazione Bush. Si tratta del “Iran-Syria Policy and Operations Group” (Gruppo per le Operazioni e le Politiche contro l’Iran e la Siria – ISOG) creato all’inizio del 2006, integrato con funzionari della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato, della CIA e del Ministero del Tesoro, che aveva il mandato di destabilizzare la Siria e l’Iran, per provocarne un “Cambiamento di Regime”. Un articolo del Boston Globe del 25 maggio 2007, riferiva che “Il comitato Iran-Syria Policy and Operations Group [ISOG], si era incontrato settimanalmente per tutto il 2006 per coordinare azioni atte a creare limitazioni all’Iran nell’accesso alle istituzioni di credito e bancarie, per organizzare la vendita di materiale militare ai confinanti con l’Iran e per appoggiare le forze che si oppongono ai due regimi”. Ma questa struttura segreta ha avito e creato diversi problemi fino ad essere ufficialmente sciolta. Un funzionario di grado elevato del Dipartimento di Stato segnalava che“ Il gruppo era diventato il centro dell’attenzione dei critici dell’Amministrazione che temevano stesse predisponendo azioni segrete che potevano portare ad un’escalation fino ad un conflitto armato con l’Iran e la Siria. L’atmosfera di segretezza che avvolgeva il Gruppo, al momento del suo insediarsi nel marzo 2006, accoppiata con il fatto che questo Gruppo  era stato modellato sulla fattispecie di un simile comitato speciale per l’Iraq, aveva contribuito a questi sospetti. Il Gruppo ISOG ha chiuso i battenti per una diffusa percezione nella pubblica opinione che esso fosse designato a mettere in esecuzione i cambiamenti di regime” . Di questo scioglimento è sempre stato poco convinto un attento analista come Michael Chossudosvski secondoil quale “La decisione di smantellare ISOG è puramente un’operazione di cosmesi. Molte delle sue operazioni di intelligence rimangono in piedi. ISOG costituiva una delle diverse iniziative sotto copertura per destabilizzare l’Iran e la Siria. I cambiamenti di regime e le guerre illegali fanno tuttora parte dell’agenda dell’Amministrazione”.

Intanto in Siria si sono svolti oggi a Homs i funerali degli otto manifestanti uccisi ieri durante gli scontri. Il corteo funebre si è trasformato in una nuova manifestazione da parte della popolazione siriana che ha scandito slogan di protesta, chiedendo le dimissioni del presidente Assad.

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