Beit Sahour (Cisgiordania), 6 settembre 2011, Nena News (nella foto conferenza di Hebron) – Nuovi passi per la lotta congiunta israelo-palestinese: la resistenza palestinese ora ha una nuova arma. Martedì 6 settembre venti partiti politici e movimenti sociali palestinesi ed israeliani* hanno sottoscritto e pubblicato una dichiarazione di intenti in cui vengono definite e delineate le strategie comuni che questi attori intendono adottare nel futuro per lottare insieme in nome dei diritti dei palestinesi e contro l’occupazione militare israeliana.
Una lotta reale, che non si ferma alla normalizzazione del conflitto, ma che cerca di rimuovere le cause prime della sofferenza dei palestinesi: l’occupazione militare e le politiche razziste dello stato di Israele.
Una dichiarazione storica, in un momento delicato. Due gli argomenti principali discussi: le proteste sociali in Israele e l’iniziativa palestinese di settembre.
“I movimenti di protesta e il vento di cambiamento che soffia nel mondo arabo hanno fatto aumentare la speranza di tutti coloro che nel mondo cercano di essere liberi e li hanno incoraggiati nella lotta popolare” si legge nella dichiarazione. Anche in Israele si è sentita l’influenza delle rivolte arabe: da sei settimane manifestazioni e proteste scuotono il paese in nome della giustizia sociale. Tuttavia questi movimenti rimangono eterogenei, senza una direzione politica precisa e senza – o con la minima – partecipazione degli arabi-israeliani.
Secondo i firmatari, oltre alle politiche economiche capitalistiche di Israele, una delle cause principali dei problemi sociali ed economici del paese è l’occupazione dei territori palestinesi e l’alto dispendio di denaro versato per garantire la sicurezza di Israele. Pertanto la strategia congiunta adottata è quella di spingere la popolazione palestinese di Israele a prendere parte a queste proteste sociali per mettere in luce le politiche discriminatorie nei loro confronti e per porre fine alle politiche israeliane di occupazione e confisca della terra.
Il secondo argomento principale di discussione è l’iniziativa palestinese di settembre quando l’Anp si rivolgerà all’ONU per chiedere il riconoscimento di uno stato palestinese indipendente. Secondo i firmatari della dichiarazione, si tratta dell’atto più realistico nella situazione politica attuale poiché in questo modo i palestinesi avranno nuovi strumenti e nuovi alleati a livello internazionale per rivendicare e far valere i propri diritti. Tuttavia rivolgersi alle Nazioni Unite non è la conclusione ma solo l’inizio di un lungo processo poiché la realtà sul terreno non cambia come risultato di questo unico passo: la creazione di uno stato palestinese con i confini del 4 giugno 1967 e con Gerusalemme Est come capitale deve essere pensata come un primo passo che può portare alla fine dell’occupazione militare israeliana e al riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, tra cui il diritto al ritorno in base alla risoluzione ONU n.194.
Una mossa che tuttavia rimane rischiosa poiché in caso di fallimento, l’Anp, l’OLP e la sinistra palestinese ne uscirebbero indebolite e Israele potrebbe approfittare della situazione. Nena News
* I firmatari sono: l’associazione dei giovani democratici palestinesi (Palestina), l’associazione degli studenti progressisti (Palestina), il fronte democratico per la liberazione della Palestina (Palestina), il fronte democratico per la pace e l’uguaglianza (Israele), l’unione democratica degli insegnanti (Palestina), l’unione democratica dei professionisti in Palestina (Palestina), il movimento democratico delle donne in Israele (Israele), il partito comunista israeliano (Israele), la Campagna nazionale per il ritorno dei corpi dei martiri arabi e palestinesi catturati da Israele (Palestina), il partito popolare Palestinese , l’unione dei lavoratori progressisti (Palestina),Tarabut-Hithabrut ・ il movimento arabo-ebraico per il cambiamento sociale e politico (Israele), l’Alternative Information Center (Palestina/Israele), l’unione degli agricoltori palestinesi (Palestina), l’unione di un mondo per la giustizia (Palestina), l’unione delle donne palestinesi lavoratrici (Palestina), l’unione dei lavoratori (Palestina).
** Nena news
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