Dopo anni di commisariamento di fatto, con i vari governi greci costretti ad adottare misure antipopolari una dopo l’altra, era arrivato il commissariamento politico. Il socialista Papandreou era stato sostituito con un funzionario ed un dirigente della Bce, in maniera da poter applicare i piani lacrime e sangue targati ‘Ue’ senza troppe lungaggini. Ma non basta: il governo di Papademos, sostenuto dai ‘socialisti’ del Pasok, dai ‘conservatori’ di Nea Dimokratia e dall’estrema destra del Laos, non ha fatto abbastanza. E così venerdì sera il quotidiano Financial Times ha pubblicato un documento che i media greci e non solo hanno definito scioccante. Il testo, che i rappresentanti tedeschi hanno già fatto circolare confidenzialmente tra quelli di alcuni altri paesi dell’Eurogruppo, prevede che la Grecia venga di fatto sottoposta, attraverso alcuni meccanismi legislativi automatici e stringenti, al commissariamento da parte delle istituzioni comunitarie. Naturalmente, si scrive UE ma si deve leggere Germania. Al massimo Francia. Un meccanismo di dominazione diretta che bypassa anche la rappresentazione poco più che formale residue della sovranità nazionale greca. Un meccanismo che mira a dirottare direttamente le risorse del popolo greco verso il pagamento del debito e la soddisfazione dei creditori, scavalcando ogni possibilità per i rappresentanti politici ellenici di decidere alcunchè. Di fatto la Germania ‘chiede’ il trasferimento del controllo delle finanze greche nelle mani di un commissario europeo scelto dall’eurogruppo il quale potrebbe manovrare l’esecutivo di Atene per i prossimi anni dispondendo anche del diritto di veto. Un meccanismo che, è chiaro, la Germania ha chiesto di estendere a tutti quei paesi della zona europea che non rispettino gli ordini di Berlino e delle grandi banche continentali. Portogallo e Irlanda in primo luogo, ma in prospettiva anche Spagna e Italia. Un colpo di stato bello e buono.
Di seguito uno stralcio dell’articolo di Alessandro Merli sul Sole 24 di oggi (Berlino: “Un commissario per Atene”)
Avendo fallito tutti gli obiettivi di aggiustamento dei conti pubblici fissati nel primo pacchetto di aiuti internazionali, la Grecia dovrebbe cedere gran parte della propria capacità decisionale su spesa pubblica e tasse a un commissario nominato dai ministri finanziari degli altri Paesi europei, secondo una proposta presentata dagli sherpa tedeschi venerdì al gruppo di lavoro sulle future regole dell’Eurozona. In base al piano tedesco, l’ipotesi del commissariamento si applicherebbe non solo alla Grecia, ma, in futuro, anche a tutti quei Paesi che si dimostrino incapaci di mettere in atto i programmi di bilancio annunciati e falliscano gli obiettivi concordati con l’Europa. Fonti governative hanno ieri sera attenuato solo in parte la portata della proposta, sostenendo che dovrebbe avere comunque il consenso di Atene. (…) La proposta della Germania prefigura una perdita di sovranità senza precedenti per la Grecia e gli altri Paesi eventualmente inadempienti, con un trasferimento di poteri all’Europa. Il commissario avrebbe potere di veto sulle decisioni del Governo in materia di politica fiscale se queste non fossero in linea con i target fissati nel pacchetto di salvataggio. L’aggiustamento dei conti verrebbe quindi portato sotto stretto controllo europeo. Il commissario avrebbe una supervisione su tutte le maggiori voci della spesa pubblica. La Grecia dovrebbe poi adottare una legge per assegnare le entrate fiscali in via prioritaria al servizio del debito, limitandosi alla spesa pubblica ordinaria e, in caso di mancato esborso di una tranche di aiuti causato dall’incapacità di centrare gli obiettivi, la spesa primaria verrebbe tagliata in misura corrispondente.
L’iniziativa tedesca è dettata da due considerazioni. La prima è il totale fallimento dei Governi greci ad adottare la maggior parte delle misure promesse negli accordi con l’Unione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario. Un’incapacità che – osservano in Germania – si è confermata anche con il Governo tecnico di Lucas Papademos, l’ex vicepresidente della Bce. Un po’ come l’insediamento di Mario Monti in Italia, l’arrivo di Lucas Papademos era giudicato in Germania come l’ultima chance di ottenere qualche risultato sul risanamento. Oggi, si nota l’enorme differenza nell’attuazione dei due Governi tecnici. A questo punto, la situazione in Grecia, secondo i tedeschi, può essere rettificata solo sollevando i greci di parte della sovranità. (…)
Il settimanale tedesco Der Spiegel sostiene che, secondo le stime della troika dei creditori internazionali, la Grecia avrà bisogno di 145 miliardi di euro, 15 in più del pacchetto in discussione finora.
Naturalmente la richiesta tedesca mette in difficoltà e alla berlina il premier tedesco di Atene, Lukas Papademos. Privato d’incanto di ogni credibilità e svergognato, a Berlino il suo governo ha risposto «Non se ne parla neppure». Ma Atene è sull’orlo di un baratro profondissimo appesa ad una corda tenuta all’altra estremità da Berlino e da quei rappresentanti della troika che insistono: la Grecia deve concedere ai creditori internazionali, in cambio di nuovi aiuti e nuovi finanziamenti, un tasso di interesse congruo e cospicuo. E deve destinare più risorse al ripianamento del debito con nuovi licenziamenti di massa, nuove privatizzazioni e nuove decurtazioni salariali e pensionistiche. Se accetterà il ricatto, Troika e Commissione Europea daranno un po’ di corda in più; se per qualche motivo rifiutasse, la corda verrebbe tagliata e la Grecia farebbe un tonfo senza precedenti. Com’è che si diceva? Colpirne uno per educarne… 27.
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ipanema66
A quando i campi di sterminio per i riottosi popoli mediterranei ? Loro ( i tedeschi) se ne intendono ! Vero frau Merkel ?