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Libia. Dilagano gli scontri

Continuano a Ras Jedir, al posto di confine con la Tunisia, gli scontri tra insorti e poliziotti per in controllo del posto di frontiera. Testimoni tunisini, citati da radio Shems, riferiscono di avere sentito ieri scambi di colpi d’armi da fuoco tra ribelli e agenti della Dogana libica. Una prima sparatoria è stata nel pomeriggio, un’altra dopo le 19:00. Fonti della sicurezza libica, riferisce ancora radio Shems, hanno detto di avere fermato, alla frontiera, due automezzi che trasportavano armi e che erano dirette in Tunisia. Proseguono intanto gli scontri in corso da due settimane nel deserto libico del Sud Est hanno causato oltre 100 morti e migliaia di sfollati tra la popolazione di Kufra.
Lo riferiscono le Nazioni unite in un comunicato, aggiungendo che nella regione c’è ancora tensione nonostante sia in corso una tregua. Il capo del Consiglio Rivoluzionario di Tripoli, il colonnello Abdullah Naker, ha annunciato di voler fondare un partito politico. “Fonderemo un nuovo partito con un programma politico nuovo per costruire un paese diverso – ha detto alla tv locale “Libiya al-Hurra” – Vogliamo uno stato di diritto, multipartitico che basi la propria legislazione sulla sharia islamica”. La nuova formazione si chiamerà Hizb al-Qimmà e sarà composta dai circa 20mila miliziani che fanno capo al suo gruppo. Naker ieri aveva annunciato di aver arrestato l’ex capo dei servizi segreti di Muammar Gheddadi, Abdullah al-Senoussi, e di non volerlo consegnare al Cnt libico. Naker si rifiuta inoltre di consegnare le armi che sono in mano ai suoi uomini. Pur considerando necessario in futuro il disarmo delle milizie libiche ha affermato: «Al momento non possiamo rispondere all’appello del governo che chiede lo scogliomento delle milizie. Gli incentivi offerti non sono abbastanza generosi. Esigiamo case, automobili e prestiti senza interessi per i miei uomini, in modo che possiamo raggiungere i nostri sogni”. 

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1 Commento


  • michel

    La Libia prima era un Paese prospero dove non esistevano disoccupati.Anzi in quel paese lavoravano e campavano 2 milioni di lavoratori immigrati dall’Africa. Ora tutto ciò non è più possibile perchè la Nato dei nordamericani in combutta con gli alleati occidentali,ha aperto le porte dell’inferno terrestre con la benedizione del nostro centro sinistra e del presidente NapoliNato sempre più servo della Nato.

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