La Giornata della Terra, il 30 marzo, celebra tutti gli anni i sei dimostranti palestinesi uccisi il 30 marzo 1976 dalla polizia israeliana nel tentativo di disperdere le manifestazioni contro la confisca di terre agricole nelle zone che Israele aveva sottratto ai palestinesi nel 1948.. La scorsa notte le autorità israeliane hanno imposto la chiusura dei valichi di transito con la Cisgiordania: una misura che non veniva adottata da mesi. A Gerusalemme, rigide misure di sicurezza sono state adottate in prossimità della Spianata delle Moschee, dove l’accesso è oggi consentito solo ai fedeli musulmani di età superiore ai 40 anni. L’esercito israeliano ha intanto rafforzato le proprie posizioni ai confini con il Libano, la Siria e la Giordania, dopo aver appreso che da quei paesi potrebbero convergere cortei di dimostranti. Misure rafforzate di sicurezza sono segnalate anche in territorio israeliano e ai margini della Striscia di Gaza. Nelle piazze delle principali città del mondo ci saranno manifestazioni e proteste davanti alle ambasciate israeliane, mentre in Medio Oriente quattro diverse marce, dalla Giordania, dall’Egitto, dalla Siria e dal Libano, si dirigeranno contemporaneamente verso i confini israeliani. In Israele, i cittadini palestinesi saranno gli unici ai quali sarà permesso raggiungere la Città Santa. In Cisgiordania centinaia le attività previste. “Quest’anno c’è stata una trasformazione qualitativa del livello di solidarietà ed un’internazionalizzazione dell’evento con il sostegno di oltre 60 paesi del mondo». Adnan Ramadan, direttore esecutivo dell’OPGAI (Occupied Palestinian and Golan Hights Advocacy Initiative) è speranzoso – da mesi associazioni palestinesi ed internazionali stanno preparando la Marcia Globale su Gerusalemme” scrive l’agenzia Nena News.
Si apprende intanto che Hana Shalabi, la prigioniera palestinese agli arresti amministrativi imposti da una corte militare israeliana, ha smesso lo sciopero della fame dopo 43 giorni di digiuno. Lo ha annunciato il ministro per i prigionieri palestinesi, Issa Qaraqe. “Ha accettato di fermare lo sciopero della fame dopo un accordo con le autorità israeliane in base al quale sarà esiliata nella Striscia di Gaza”. Secondo l’associazione dei prigionieri palestinesi si tratterà di un esilio per un periodo di almeno tre anni.
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