Nello stesso giorno in cui, un anno fa, veniva assassinato Vittorio Arrigoni, più di 1000 cittadini del mondo arriveranno a Tel Aviv per raggiungere la Palestina e affermare il diritto alla libertà di circolazione, impedita da Israele, e il diritto alla libertà del popolo palestinese, rispondendo così all’appello della ong EJE (Education, jeu et enfant) a partecipare alla realizzazione di un progetto educativo, quale forma concreta di solidarietà. La missione internazionale “Benvenuti in Palestina” vede la partecipazione di una delegazione italiana accanto a centinaia e centinaia di altri attivisti e di intere famiglie provenienti da 15 paesi europei ed americani
Il sito israeliano Y-Net comunica che il governo israeliano ha mobilitato 650 agenti dei diversi corpi di sicurezza per affrontare gli oltre 1200 attivisti che domenica prossima arriveranno all’aeroporto “Ben Gurion” di Tel Aviv per recarsi in Palestina nell’ambito della missione internazionale Benvenuti in Palestina. Inoltre, il canale in lingua spagnola del network israeliano Infolive informa che il governo israeliano ha distribuito alle compagnie aeree europee una black list con 376 nominativi di persone cui non deve essere consentito di imbarcarsi sui voli diretti a Tel Aviv domenica prossima.
In Francia, i lavoratori aeroportuali ed i piloti aderenti alla CGT hanno espresso il loro sostegno alla missione ed il loro rifiuto di essere strumenti delle black list fornite dal governo di Tel Aviv. Sostegno alla missione è arrivato anche da parte dei candidati all’Eliseo Francois Bayrou (MoDem) e Nathalie Artaud (Lutte Ouvrière), oltre che da numerosi parlamentari. Dall’Italia è giunto oggi il sostegno alla missione da parte della Campagna Ponti e non Muri di Pax Christi. Quanto al “nostro” governo, sul sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri è scritto, testualmente: “Le Autorità israeliane hanno segnalato che in concomitanza con manifestazioni organizzate attorno al 30 Marzo ed al 15 Aprile prossimi, saranno intensificati i controlli all’ingresso in Israele e sono ipotizzabili fermi di sicurezza precauzionali nei confronti dei viaggiatori stranieri. E’ inoltre possibile che le manifestazioni in questione portino a sensibili incrementi dei tempi di sosta e percorrenza, soprattutto nell’aeroporto di Tel Aviv e nella città di Gerusalemme. Forti turbative dell’ordine pubblico potrebbero inoltre verificarsi nella zone immediatamente adiacenti la Siria, il Libano, i Territori palestinesi (inclusa la Striscia di Gaza) e l’Egitto.
Si raccomanda pertanto ai connazionali di anticipare o posticipare eventuali viaggi in Israele programmati intorno a quelle date”. Anziché impegnarsi per garantire la libertà di circolazione, il “nostro” governo cerca di facilitare il lavoro sporco della sicurezza israeliana.
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