Ieri era previsto a Madrid un incontro cruciale tra i rappresentanti dei sindacati dei minatori e il ministro dell’Industria José Manuel Soria. Ma il rappresentante del governo ha ribadito che l’esecutivo non è disponibile a rivedere nessuna delle misure imposte al settore del carbone e a quello minerario in generale, e che non ci sono margini di mediazione. La riunione è durata ben poco e i rappresentanti dei sindacati sono usciti dalla sede del ministero ‘indignati’ e pronti a continuare e intensificare la lotta contro un provvedimento che riguarda 8000 minatori e 25 mila altri lavoratori dell’indotto. E già ieri la lotta è ripartita in grande stile, con i minatori e gli attivisti dei sindacati più combattivi che hanno realizzato numerosi blocchi stradali e ferroviari e in alcuni casi si sono scontrati con la Guardia Civil. Al termine della giornata i lavoratori arrestati erano 11.
Intanto prosegue la cosiddetta ‘marcha negra’, la marcia nera dei minatori verso Madrid. Una colonna di lavoratori provenienti dalle Asturie per la “marcia del carbone” è entrata oggi a Tordesillas (Valladolid) accolta da centinaia di abitanti e attivisti dei sindacati e delle forze politiche della sinistra. Tra poche ore i lavoratori ripartiranno diretti verso la capitale dove arriveranno il prossimo 11 di luglio per congiungersi con un’altra colonna di lavoratori proveniente dall’Aragona e da Andorra. Nel frattempo si sono uniti alla marcia gruppi di minatori provenienti dalla Castilla y León e dalla Castilla La Mancha. Intanto 7 minatori sono rinchiusi da molti giorni nei pozzi delle miniere di Candín e Santiago mentre lo sciopero generale nelle miniere spagnole di carbone prosegue ormai dal 17 di maggio. Forte l’appoggio delle popolazioni delle zone attraversate dalla marcia: gli abitanti dei vari comuni toccati dall’iniziativa offrono ai lavoratori in lotta sostegno logistico ed economico. In molti casi scavalcando i sindaci e gli amministratori di quei municipi retti da giunte di destra del Partito Popolare che stanno sistematicamente negando la concessione delle infrastrutture comunali ai lavoratori.
Intanto in solidarietà con la lotta dei minatori alcuni intellettuali hanno firmato un appello al quale stanno arrivando molte adesioni, anche dall’estero. Tra i promotori, oltre all’organizzazione politica Izquierda Anticapitalista, l’attore Willy Toledo, lo scrittore e drammaturgo Alfonso Sastre, la giornalista Olga Rodríguez, il filosofo Santiago Alba Rico, l’editore Eva Forest. L’appello chiede la difesa di tutti i posti di lavoro nel settore minerario e lo sviluppo di una alternativa energetica al carbone che sia ecocompatibile e non scarichi la crisi sui lavoratori e sulle comunità che vivono dell’indotto delle miniere. Afferma l’appello: “Mentre si salvano banche e banchieri, i tagli ricadono sul popolo lavoratore che si vede obbligato a scendere in lotta per difendere il proprio futuro. I minatori ci stanno mostrando la via che deve essere percorsa da tutti i settori in lotta. Noi vogliamo esprimergli il nostro appoggio e ci appelliamo affinché il loro esempio venga ripreso. Ci stiamo giocando molto”.
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