ore 18.00 – Secondo i bilanci provvisori forniti da alcune fonti dei servizi di sicurezza di Atene, ben 217 persone sarebbero state fermate e 24 arrestate. 3 manifestanti e altrettanti poliziotti sarebbero stati invece portati in ospedale per essere medicati.
ore 16.40 – Si contano molti fermati e alcuni arrestati, tra i quali un dirigente della coalizione di sinistra Syriza. Molti i feriti, per fortuna non gravi: contro i manifestanti la Polizia ha utilizzato non solo i manganelli ma anche spray urticanti, gas lacrimogeni tossici e le granate stordenti. Due manifestanti sono rimasti feriti invece durante i tafferugli scoppiati nei pressi di piazza Syntagma tra sstenitori del partito di destra Greci Indipendenti e giovani incappucciati appartenenti alle aree più radicali della sinistra. In mattinata il leader del partito nato pochi mesi fa da una scissione di Nuova Democrazia, Pannos Kammenos, ha affisso un documento contro i nuovi tagli decisi dal governo sulla porta della sede diplomatica di Berlino.
Gran parte della folla ha già abbandonato Piazza Syntagma.
ore 15.40 – Da quasi un’ora e mezzo ci sono cariche della polizia e controcariche di alcuni gruppi di manifestanti che nonostante tutto rimangono in piazza Syntagma, davanti al parlamento. Stiscioni e slogan gridano: “Via gli imperialisti”, “No al quarto Reich”, “Fuori la Merkel, la Grecia non è una colonia”.
ore 15.00– Alcuni giovani con il volto coperto hanno lanciato bottiglie incendiarie e petardi fumogeni contro un plotone di poliziotti in tenuta anti-sommossa schierati in via Panepistimiou, a poca distanza da piazza Syntagma. Gli agenti hanno caricato i manifestanti, disperdendoli. Bruciata anche una bandiera con la svastica mentre numerosi manifestanti sono scesi in piazza vestiti da nazisti rappresentando così governanti tedeschi che impongono sacrifici al popolo greco. In precedenza, un gruppo di dimostranti si era scontrata con un blocco della polizia nel tentativo di arrivare al palazzo del governo dove è in corso il colloquio Merkel-Samaras a poche centinaia di metri di distanza da piazza Syntagma. Secondo la Polizia gli scontri sarebbero iniziati quando alcune decine di manifestanti hanno provato a rimuovere alcune delle transenne e delle barriere che circondavano il parlamento.
ore 14.00 – La polizia, come dappertutto, prova a minimizzare le presenze in piazza Syntagma. Ma la cifra finora indicata – 40.000 persone – va probabilmente moltiplicata per due. Secondo alcune informazioni ancora non confermate al momento la polizia avrebbe effettuato almeno 40 fermi di persone accusate di manifestazione non autorizzata. A qualche centinaio di metri di distanza dalla manifestazione principale si sta svolgendo quella convocata dal Pame, il sindacato del Partito Comunista (KKE), con alcune migliaia di partecipanti.
ore 13.55 – Primi scontri nella capitale ellenica. Sta intanto aumentando la partecipazione alla manifestazione di protesta indetta dai due maggiori sindacati greci, Gsee e Adedy, e da alcuni partiti di sinistra nonostante i divieti imposti dalla polizia. Gli agenti in tenuta antisommossa, riferisce il quotidiano Kathimerini, sono stati dislocati anche in prossimità dell’ospedale Henri Dunant, che si trova a poca distanza dall’ambasciata statunitense, per impedire che i manifestanti bloccassero il corteo di auto della cancelliere tedesca. Si registrano scontri davanti all’ambasciata Usa: la polizia che ha lanciato lacrimogeni per impedire la formazione di un corteo spontaneo dei dipendenti dell’ospedale Henry Dunant, che volevano manifestare contro la visita. In risposta, i dipendenti (che non ricevono salario da 8 mesi) hanno lanciato bottiglie contro gli agenti. Alcune bottiglie hanno comunque colpito il convoglio della Merkel lanciate dai dipendenti del nosocomio senza stipendio da ormai 8 mesi che tentavano di sfilare in corteo. La polizia lo ha impedito e in prossimità dell’ospedale sarebbero avvenuti alcuni scontri, con grande uso di lacrimogeni da parte della polizia. La quale ha inoltre effettuato alcune decine di “fermi preventivi” attorno a piazza Syntagma durante tutta la mattinata.
Questa mattina la capitale ellenica si è svegliata in stato d’assedio: strade chiuse, piazze recintate, migliaia di poliziotti schierati in assetto antisommossa, elicotteri che volteggiano sul centro cittadino, unità cinofile schierate nelle stazioni, e piazza Syntagma off limits. Un dispositivo di blindatura che è già scattato ieri nella prima serata, dopo che circa diecimila persone avevano manifestato davanti al Parlamento greco contro quelle misure di ‘austerità’ che la cancelliera tedesca Angela Merkel intende sostenere oggi nel suo viaggio in Grecia. Molti i cartelli contro il dominio tedesco dell’UE e Frau Merkel, dipinta anche come “la figlia di Hitler” con la svastica sul braccio. Qualche ora prima circa 300 pensionati avevano bruciato una bandiera dell’Unione Europea proprio davanti agli uffici ateniesi della Commissione Europea.
Ieri il capo della Polizia della regione dell’Attica ha deciso di vietare per oggi, dalle 9 del mattino fino alle 22, ogni tipo di manifestazione e assembramento all’interno della città. “Nell’interesse dell’incolumità pubblica” è stato detto. Cecchini sono stati sistemati sui tetti dell’albergo – l’hotel Hilton – che ospita la delegazione tedesca, mentre fin da ieri sera è proibito parcheggiare vicino all’ambasciata di Berlino, dove oggi il partito nazionalista di destra ‘Greci Indipendenti’ aveva invitato a protestare formando una catena umana.
Attorno al parlamento sono invece state sistemate delle vere e proprie barricate mentre le autorità di pubblica sicurezza hanno deciso di chiudere ben 6 stazioni della metropolitana nell’area del centro e di deviare anche gli autobus.
Essendo state vietate tutte le manifestazioni di protesta convocate dai sindacati e dai partiti politici della sinistra in vari punti nevralgici della città – come piazza Syntagma o piazza Omonia – i promotori hanno deciso o di sospenderle o di realizzarle in aree periferiche della capitale. In particolare i sindacati hanno deciso di spostare le proteste in piazza Klafthmonos o nel parco di Pedion tou Areos. Confermato invece lo sciopero di tre ore indetto dai sindacati in vari settori del mondo del lavoro in segno di ripulsa nei confronti delle politiche di massacro sociale sponsorizzate da Angela Merkel e dalla troika.
La cancelliera tedesca dovrebbe atterrare alle 13:30 locali all’aeroporto Elefterios Venizelos dove troverà a riceverla il premier Samaras mentre per le 16:45 é fissato l’incontro con il presidente della Repubblica Papoulias.
La visita della Merkel è stata salutata dalle fonti dell’UE e da quelle del governo Samaras come ”un messaggio di fiducia” nella capacità della Grecia di risanare la propria economia e di restare nell’eurozona. Ma i messaggi che vengono da Berlino, Bruxelles e Francoforte sono ben diversi. E’ chiaro a tutti che la premier tedesca va ad Atene a ricordare a Samaras e al suo governo la loro sudditanza nei confronti della supremazia di Berlino: al debole premier ellenico la Merkel ricorderà infatti la necessità di rispettare e accelerare tagli, licenziamenti nel settore pubblico e privatizzazioni come precondizione per concedere la nuova tranche di un megaprestito che servirà ad indebitare ancor di più la Grecia e a renderla ancora più ricattabile da parte delle istituzioni finanziarie ed economiche continentali.
Se ciò non fosse chiaro ci ha pensato l’Eurogruppo ieri a ricordarlo ai greci. “E’ il momento di uscire allo scoperto giocando le carte vere, definitive” è stato il messaggio dell’Eurogruppo al governo greco. Entro il 18 ottobre, giorno in cui si riuniranno i capi di Stato e governo dell’Ue a Bruxelles, Samaras dovrà “mostrare la determinazione ad avviare le riforme promesse” di riforma e consolidamento per poter ottenere la ‘tranche’ di 31,5 miliardi del prestito. Tra i punti più ‘caldi’ la riforma delle pensioni e le privatizzazioni. “C’e’ ancora del lavoro da fare”, é la posizione del Fmi, preoccupato per il rischio che le proiezioni attuali darebbero un rapporto tra debito e Pil assai oltre il 120% nel 2020. Con il solito piglio la dg dell’Eurogruppo Christine Lagarde ha dato un vero e proprio ultimatum ad Atene: “Agire significa agire, non dire che si agirà”.
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