Menu

Madrid e Barcellona bloccate dai manifestanti anti-tagli

* Da Madrid

Nuovo sabato di protesta contro il governo nello Stato Spagnolo. A Madrid e in molte altre delle maggiori città iberiche, il Coordinamento del movimento 25-S ha convocato e portato in piazza migliaia di cittadini infuriati con la politica di tagli indiscriminati dell’esecutivo di Mariano Rajoy, confermati questa settimana con la cruciale votazione sulla previsione di bilancio per il prossimo anno. “Presupuesto General del Estado” presentato dal governo del partito popolare come i più sociali della storia della democrazia spagnola: parole che suonano come un insulto e una provocazione per i quasi 6 milioni di disoccupati spagnoli e i tantissimi altri, soprattutto giovani, che stanno vivendo una tragica realtà fatta di tagli, precarietà e incertezza, ma anche come un invito e una ragione in più per tornare a contestare in piazza scelte prese a Madrid ma dettate da Bruxelles.

Inoltre, quantomeno ambigue giungevano ieri dall’India anche le dichiarazioni del Capo di Stato, il re Juan Carlos, il quale durante la sua visita ufficiale a Nuova Delhi ha commentato come “la Spagna sia vista meglio oltre confine che dentro” e che “le analisi fanno venir voglia di piangere, ma il Paese si risolleverà dalla crisi grazie all’Europa”. Un ottimismo per nulla condiviso da tutti i suoi sudditi.

Lo svolgimento della manifestazione organizzata dal 25-S questa volta è stato differente rispetto alle precedenti occasioni: a Madrid, dove si è concentrato il cuore della protesta, i dimostranti – 3.000 secondo l’amministrazione cittadina, molti più secondo i coordinatori – hanno sfilato per le strade più importanti del centro della città congestionando il traffico, scortati da cordoni delle forze dell’ordine dispiegati lungo il percorso preventivato. Circa 1.500 sono stati gli agenti di polizia impegnati, tra cui molti “antidisturbios”: già in mattinata erano al lavoro per fermare e identificare gli autobus che conducevano alla capitale manifestanti provenienti da altre province.

Il corteo è partito alle ore 18 da Plaza de España e ha sfilato per la Gran Via e poi per Paseo del Prado al grido di “no ai tagli” e ricordando le vittime dell’ondata di suicidi che anche in Spagna sta colpendo numerosi imprenditori sull’orlo del fallimento o gente buttata per strada dalla forza pubblica durante gli sfratti. Alla testa, ben visibile c’era lo striscione che invocava non solo lo stop ai tagli, ma anche un nuovo processo costituente, vero tema portante e peculiare del movimento 25-S. Infine, i manifestanti sono giunti al tradizionale punto di ritrovo di Plaza de Neptuno, dove altra gente è confluita per “la sentada” di fronte al Congreso de los Diputatos. Alle 22 è stata dichiarata chiusa la protesta ufficiale da parte dei coordinatori del movimento e contestualmente è cominciata un’assemblea per discutere ancora una volta sulle proposte da avanzare al parlamento.

La seconda manifestazione più partecipata, con annessa e consueta “battaglia dei numeri” si è tenuta invece in Catalogna, dove i contestatori per le vie di Barcelona sono stati contati come 5.000 dalle fonti ufficiali ma in 60.000 dagli organizzatori.
Circa 300 manifestanti hanno tentato di entrare all’interno del Palau de la Generalitat, la sede del governo autonomo catalano, per contestare i tagli dell’esecutivo di Artur Mas, ma la polizia autonoma glie lo ha impedito. I manifestanti, visibilmente pacifici e spesso di età avanzata, sono stati strattonati e spintonati dai Mossos d’Esquadra.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *