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Siria. Chi combatte contro Assad?


L’Onu ha istituito una Commissione d’inchiesta sulla gravissima in Siria. I funzionari delle Nazioni Unite hanno reso noto ieri il loro rapporto conclusivo. L’ex procuratore del Tribunale internazionale dell’Aja, la svizzera Carla Del Ponte, rispondendo ad una intervista rilasciata all’Ansa, avanza alcune considerazioni interessanti sulla guerra civile in corso in Siria e le minacce di intervento militare da parte della Nato. Alla domanda se sia possibile una soluzione militare al conflitto, la Del Ponte risponde “Secondo noi no, da quello che vediamo nella nostra attività investigativa una soluzione militare non è da vedere perché il regime è ancora molto forte anche dal profilo militare e poi vorrebbe dire solo molte più vittime e rifugiati, sarebbe una situazione assolutamente peggiore. L’unica soluzione possibile è il negoziato.
Alla domanda di chiarimento sul rapporto della commissione d’inchiesta che parla della presenza di combattenti stranieri in Siria, la Del Ponte risponde che “Anche questo è un elemento molto pericoloso e lo sarà di più soprattutto nel dopo, ossia quando il presidente Assad non sarà più in carica e il regime sarà cambiato, perché questi mercenari che combattono al fianco degli opponenti sono molto addestrati alla guerra, e ci si chiede come mai i ribelli abbiano accettato di essere accompagnati. Forse perché hanno tecniche di guerra molto migliori e sanno come riuscire, però una volta terminato non se ne andranno tranquillamente via dalla Siria. Quindi, in quella che sarà la soluzione di negoziazione, questo sarà un aspetto molto difficile da affrontare”. “Molti combattenti stranieri giunti in Siria per unirsi ai gruppi armati governativi o combattere indipendentemente accanto a loro sono sunniti provenienti dai paesi del Medio Oriente e del Nordafrica”, è scritto nel rapporto diffuso dalla Commissione dell’Onu. “La crescente natura settaria del conflitto fornisce un motivo ad altri attori di entrare nel conflitto”, osserva il rapporto.
“In Siria ci sono “almeno 15.000 stranieri” che combattono contro le forze del presidente Bashar al Assad. aveva detto a marzo il vice ambasciatore russo Lebedev presso l’Onu a Ginevra, intervenendo al forum sulla Siria. Ma se a fino a qualche mese era stata la Russia a denunciare che in Siria fossero presenti migliaia di combattenti stranieri, adesso una conferma ancora più pesante arriva addirittura dai servizi segreti tedeschi diventati molto attivi nella crisi in corso in Siria e Medio Oriente. Secondo le fonti di intelligence tedesche solo il 5% dei ribelli anti-Assad è siriano. Il resto proviene da gruppi armati, spesso a forte matrice religiosa, addestratisi ormai in vari campi di battaglia, dall’Iraq all’Afghanistan fino alla Libia. I tedeschi sono da tempo sullo scenario regionale e adesso sono presenti anche militarmente in Turchia per allestire le batterie di missili Patriots.

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3 Commenti


  • alexfaro

    Tho ma guarda la del Monte si é accorta finalmente di quello che molti giornalisti ed osservatori(quelli non venduti alla NATO/UE/GCC s’intende)dicevano da mesi sulla presenza di terroristi(perché questi sono!)stranieri in Siria,se come é vero che anche secondo i servizi segreti Tedeschi,la percentuale dei suddetti”combattenti”sembra sia all’incirca del 90%(a star bassi)questo la dice lunga di quanto”spontanea e popolare”sia la cd”ribellione”contro il governo del presidente Assad!
    con buona pace dei ns media i quali ogni giorno ci bombardano di menzogne e falsità in quantità industriali sulla Siria e non solo.
    un saluto comunista
    Alexfaro


  • barabba

    Più sciocchezze fa la Nato e più vicina si fa la sua sparizione insieme al liberisti, ai guerrafondai ridotti alla disperazione e ai venditori di armi che la sostengono.
    Intanto il comunismo avanza ovunque, anche se i media ammantano di menzogne le notizie che dispiacciono ai loro corruttori.
    Nella Repubblica Ceca e in Austria i comunisti stanno avanzando come carri armati, in Spagna c’è stata l’iniziativa di Izquerdia Unita e persino in Italia, dopo l’iniziativa di “Cambiare si può”, stanno riprendendo quota le rivendicazioni di una ripresa della lotta di classe.
    L’unico nemico della classe operaia è rimasto il PD, ma con la scelta di sostenere Monti si è dato il colpo di grazia, di cui già si intravedono i primi segni..


  • alberto savioli

    Per esserci ci sono eccome, grazie ai continui veti incrociati di Russia e Cina, che hanno bloccato qualsiasi soluzione che si appoggiava su un’opposizione politica e poi su un’opposizione armata ma non confessionale.
    Il risultato è stato che i paesi del Golfo hanno armato chi han voluto loro….comunque ricordiamo che molti elementi di gruppi legati ad al-qaeda erano stati armati e mandati dagli Assad durante la guerra in Iraq…ora sono in Siria!
    Secondo alexfaro sarebbero il 90 % (a star bassi)…la fonte?

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