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‘American Sniper’: freddato il cecchino dei record

Difficilmente uno sceneggiatore o un giallista avrebbero fatto di meglio. Chris Kyle, cecchino da record e vero e proprio eroe popolare in un paese dove il culto delle armi è secondo solo a quello del denaro, è stato vittima di un altro ex militare. Di uno che pur venendo dallo stesso suo mondo non aveva sfondato, ed anzi era stato affondato da quella guerra permanente che aveva fatto la fortuna – militare e mediatica – del 38enne, che sul calcio del suo fucile aveva potuto incidere centinaia di virtuali tacche. Ognuna per ogni nemico abbattuto: tutti terroristi, per carità: miliziani di Al Qaeda, soldati di Saddam Hussein o al massimo guerriglieri talebani. Neanche un civile, neanche un errore, un effetto collaterale. Che la guerra americana è buona, umanitaria, selettiva. Cinematografica.
Ma di tacche Kyle non potrà collezionarne più, ammazzato a sangue freddo da un altro soldato, tornato ‘stressato’ dalla guerra (nel senso del disturbo da stress postraumatico che rende i soldati Usa vittime, oltre che carnefici) e desideroso di togliere di mezzo l‘American Sniper, novello eroe bellico a stelle e strisce. A stroncare la ancora promettente carriera di Kyle sarebbe stato l’ex marine Eddie Ray Routh, 25 anni, beccato su un furgone della vittima mentre cercava di scappare. E che senza neanche grande perizia – gli ha sparato quasi a bruciapelo – si è preso il suo momento di notorietà. Il tutto in un poligono dietro casa, nella cittadina di Stephenville (Texas), di quelle con il cannone e la bandiera nella piazza centrale e attorno le villette tutte uguali. Una messa in scena perfetta, magistrale, minuziosa della legge del contrappasso.

In un’intervista, quando gli chiesero cosa gli passava per la testa mentre inquadrava un obiettivo, rispose: “Quando metto nel mirino un uomo non lo guardo come una persona, non mi chiedo se possa avere una famiglia. Mi dico che sto cercando di tenere al sicuro i miei compagni. Ogni volta che uccido qualcuno, quello non può piazzare uno Ied (un ordigno artigianale, ndr). Così non ci penso due volte”. A quanto pare invece Routh mirava proprio a lui. A lui che aveva sfruttato le medaglie guadagnate e la notorietà conquistata aprendo la Craft International, una impresa specializzata nell’addestramento di militari, agenti di e clienti privati. Mercenari. Ma non ha avuto molto tempo per dimostrare la sua competenza nel ramo dell’addestramento di assassini di precisione.

Sono i rischi del ‘mestiere’. D’altronde, se la guerra i soldati se la riportano a casa, per di più in un paese dove trovare un fucile automatico non è più difficile che reperire una canna da pesca…

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