Sulla guerra dei soldati francesi in Mali, da molto tempo ormai, è caduto il silenzio dei media internazionali. Quella che doveva essere un’operazione lampo, rapida e senza rischi, si è rivelata una specie di trappola per il consistente contingente francese spedito in Africa a contrastare le milizie ribelli, per lo più di orientamento islamista se non jihadista, che marciavano a tappe forzate verso la capitale del Mali. Nei primi giorni l’offensiva militare di Parigi, affiancata dai contingenti di altri paesi africani di osservanza francese, ha respinto l’attacco delle varie milizie dell’opposizione che si sono però trincerate nel centro e nel nord del paese, dove hanno ingaggiato uno scontro con le truppe straniere che dura da tempo e che non sembra essere vicino ad una soluzione. In particolare la regione di Gao é stata teatro di molti episodi di guerriglia ad opera dei miliziani jihadisti che, dopo essere stati scacciati dalle più importanti città del nord maliano, hanno avviato una campagna di attacchi affidati a combattenti che si sono infiltrati dietro le linee di francesi e maliani.
Già nei primi giorni dall’inizio della cosiddetta ‘operazione Serval’ media africani e francesi avevano denunciato la caccia agli oppositori nelle città e nei villaggi riconquistati, con numerosi episodi di violenze gratuite anche contro i civili ed esecuzioni sommarie di miliziani.
Ora alcuni media sono tornati ad aprire una piccola finestra sul conflitto in Mali denunciando che tredici civili tuareg sarebbero stati uccisi da soldati francesi e di vari paesi africani nella regione di Tlvntkot, a 120 chilometri a nord-est della città di Gao. Nell’attacco sarebbero rimaste ferite altre 16 persone. A riferire l’episodio con più particolari è il algerino in lingua araba al Khabar, secondo il quale tutte le vittime facevano parte di una carovana.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa