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Guatemala: 80 anni di carcere all’ex dittatore genocida

Quella pronunciata dalla giudice Jazmin Barrios in un’aula della Corte suprema di giustizia colma di familiari delle vittime e giornalisti è la prima condanna per genocidio inflitta in Guatemala, ma anche dell’intera America Latina nei confronti di un ex capo di stato. Josè Efraim Rios Montt, che ora ha 86 anni, salì al potere grazie ad un colpo di Stato militare sostenuto dall’estrema destra – e dagli Stati Uniti – nel 1982. Dopo mesi di uccisioni e torture indiscriminate nei confronti di decine di migliaia di oppositori politici e di indigeni accusati di collaborare con la guerriglia di sinistra, Rios Montt fu a sua volta rovesciato 17 mesi dopo da un altro colpo di stato militare. Ma il suo breve governo rappresentò il momento più violento e sanguinoso dei 36 anni di guerra civile che in Guatemala hanno causato oltre 200mila morti a partire dal rovesciamento voluto dagli Stati Uniti del governo democratico di Jacobo Árbenz nel 1954.

A distanza di anni dai suoi crimini é stato ora riconosciuto colpevole per l’uccisione di almeno 1.771 indigeni Maya Ixil da parte dei militari ai suoi ordini in 15 diverse ‘operazioni’ compiute nel dipartimento nord occidentale di Quiche.

”Abbiamo ritenuto che la condotta dell’imputato Efrain Rios Montt rientri nel delitto di genocidio, in quanto autore dello stesso, e che pertanto deve essere applicata la relativa condanna” ha detto la giudice chiarendo che la condanna inflitta all’ex dittatore ”deve essere rispettata subito”. La Barrios ha quindi indicato che l’ex generale sarà portato ”immediatamente nel centro di reclusione ‘Cuartel de Matamoros”’, un carcere di massima sicurezza, ricordando che la giustizia continuerà a portare avanti le indagini del ‘dossier Rios Montt’ per verificare se altre persone sono stata coinvolte nell’uccisione degli indios Ixiles. ”Ci sono stati bambini presi e portati in altre località… operazioni alla guida delle quali c’era Rios Montt, il quale sapeva tutto e che non ha fatto niente per bloccare tali operazioni”, ha proseguito la giudice, precisando che l’ex dittatore aveva ”tutto il potere per farlo, visto che era la massima autorità militare”.

Davanti al tribunale, qualche ora prima, Montt – che è attualmente ricoverato presso l’ospedale militare di Città del Guatemala- si era detto “innocente” sottolineando di non aver avuto “intenzione di distruggere alcuna etnia del Paese” e di aver lavorato, negli anni in cui é stato al potere, “solo in ambiti politici”. “Ogni comandante – aveva precisato – é stato responsabile di quanto avvenuto nel proprio territorio…non sono un genocida, non ho mai autorizzato, firmato o disposto attentati contro una razza, un’etnia o una religione…non c’é neanche una prova”. Ma il tribunale non gli ha creduto, così come non gli crede il popolo del Guatemala oggetto, così come gli indios Ixiles, della repressione selvaggia e dei crimini della dittatura fascista. A provare che i massacri compiuti dai militari facevano parte di un preciso disegno, ha spiegato la giudice, sono anche le modalità simili con le quali sono state assassinate le vittime, i cui corpi finiti con colpi al petto e alla testa sono stati ritrovati in cimiteri clandestini e fosse comuni vicino a i fiumi Schel e Chajul.

Dopo aver conosciuto l’esito sfavorevole della sentenza Montt ha rivendicato la sua estraneità ai fatti che gli vengono addebitati e ha accusato la magistratura di essere succube di una ‘show politico internazionale’, annunciando che presenterà appello.

La corte che ha condannato Rios Montt ha invece deciso di assolvere, per insufficienza di prove, il capo dei servizi segreti agli ordini dell’ex dittatore, il generale Jose Mauricio Rodriguez.
Ma il processo che si è concluso oggi ha un valore enorme se si pensa all’impunità che ha sempre coperto i responsabili delle stagioni più buie e tragiche della storia dei paesi del centro e del sud America oggetto per decenni delle ingerenze di Washington. Per settimane in aula centinaia di testimoni, molti dei quali indigeni vestiti con gli abiti tradizionali, hanno raccontato dettagliatamente le angherie, gli stupri sistematici, le torture e le uccisioni sistematiche compiute dai militari agli ordini di Rios Montt. Che ancora pochi anni fa, nel 2000, aveva fondato il Frente Republicano Guatemalteco e nel 2003 era riuscito a candidarsi alla presidenza della repubblica ottenendo il 20% dei voti.

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