La protesta si allarga e gli scontri si estendono nella capitale svedese. Per la terza notte consecutiva molti quartieri periferici di Stoccolma sono stati teatro di una nuova ondata di scontri tra forze di polizia e giovani, con diverse automobili date alle fiamme e nuovi arresti. Il premier Fredrik Reinfeldt ha denunciato quelli che ha definito ”atti di vandalismo”, affermando che “dare fuoco all’auto del tuo vicino non e’ libertà di espressione, é teppismo”.
Ma nel Paese che è in qualche modo riuscito a limitare gli effetti devastanti della crisi economica che sta investendo il resto del continente analisti e commentatori puntano il dito contro la crescente disoccupazione giovanile e soprattutto contro l’incapacità da parte dell’esecutivo di rispondere alle aspettative di molti immigrati richiedenti asilo. Il premier Reinfeldt ha ammesso la necessità di accelerare i tempi per l’integrazione dei nuovi arrivati nel paese ma il partito di estrema destra e xenofobo “Democratici svedesi” ha denunciato l'”irresponsabile” linea seguita dal governo su questa materia.
Ad accendere la miccia delle proteste, che nelle ultime 24 ore si sono allargate a macchia d’olio in ben nove banlieue della capitale, é stata l’uccisione lo scorso 14 maggio, ad opera della Polizia, di un sessantanovenne che secondo gli agenti li stava minacciando con un coltello (secondo alcune fonti era un machete). Sull’accaduto la polizia ha dato due versioni diverse e contrastanti: una prima secondo la quale l’anziano era morto in ospedale per le ferite che si era procurato da solo, la seconda in cui riconosceva che il decesso era avvenuto per strada dopo che era stato abbattuto a colpi d’arma da fuoco dagli agenti. ”Era un uomo anziano con una lama di fronte ad una ‘gang’ di agenti di polizia pesantemente armati…Davvero dovevano ucciderlo?” ha chiesto indignato alle autorità un vicino dell’uomo intervistato dal giornale Aftonbladet.
L’episodio é avvenuto nel povero quartiere di Husby, una zona a nord di Stoccolma. Il sobborgo è nato all’inizio degli anni Settanta con la costruzione delle sue ‘torri’, alti palazzi in cui vivono circa 12 mila persone, per l’80% immigrati provenienti per lo più da Turchia e Somalia. Le autorità hanno lanciato nel 2007 un programma definito molto ambizioso per riqualificare le periferie a nord della capitale ma ancora non è stato fatto granché.
Complessivamente sono state arrestate almeno otto persone, mentre sarebbero un centinaio – stando a quanto scrivono i media locali – le vetture date alle fiamme dai manifestanti. Ma la violenza non si é fermata solo ai roghi: nella notte fra martedì e mercoledì gruppi di giovani hanno bersagliato con pietre e bottiglie un commissariato della polizia e una stazione dei vigili del fuoco nelle zone meridionali e occidentali della città. Le proteste sono una reazione alla ”brutalità della polizia”, ha tuonato il leader di un’associazione di giovani immigrati di sinistra, Megafonen, che ha denunciato anche il ”razzismo” che contraddistingue l’operato delle forze dell’ordine, che avrebbero apostrofato con il termine ”scimmie” alcuni giovani immigrati. ”La gente ha iniziato a reagire – ha detto Rami al Khamisi, portavoce di Megafonen, ad un quotidiano locale – alla crescente marginalizzazione e segregazione, sia di classe, sia di razza degli ultimi 20 anni”. Chiunque si senta ”maltrattato dalla polizia dovrebbe denunciarlo”, ha replicato il ministro della Giustizia, Beatrice Ask, mentre le forze dell’ordine sono convinte che il diffondersi degli incidenti sia legato ad un fattore di opportunismo. ”Sembra che la gente stia approfittando del fatto che l’attenzione della sicurezza é concentrata sul quartiere di Husby per mettere a ferro a fuoco altre zone della capitale”, ha affermato il poliziotto Kjell Lindgren. Intanto, mentre é stata aperta un’inchiesta sulla morte dell’anziano, gli svedesi si augurano che le prossime ore possano trascorrere tranquille. Ma non sembra che il clima stia diventando meno incandescente. Nelle ultime ore sono stati incendiati anche alcuni edifici oltre alle auto. E da parte loro gruppi di abitanti dei quartieri dove sono avvenuti gli scontri denunciano che la Polizia in assetto antisommossa carica indistintamente manifestanti e passanti, in alcuni casi contro bambini e anziani, apostrofando gli immigrati con epiteti razzisti come ‘negri’, ‘topi’ o scimmie’.
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cassandra
La guerra civile si sta diffondendo in tutta Europa, ma nessuno degli irresponsabili che l’ha causata si degna di parlarne.
E’ la prova che non sanno che cosa fare e allora ripetono sempre le stesse cose in TV per guadagnare tempo.
Di tempo però ce n’è rimasto ben poco, anche se i parolai ad alto costo sembrano non rendersene conto.