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Francia: l’estrema destra incita al golpe militare

Un sito francese di estrema destra esorta al golpe militare, rivolgendosi al “grande scontento” fra i settori più conservatori dell’esercito francese. Lo ha denunciato ieri il quotidiano di Parigi Le Monde, denunciando poi in un editoriale il ritorno di un clima di “intolleranza e settarismo”. L’allarme del quotidiano giunge all’indomani dell’uccisione a Parigi del giovane militante di sinistra Clement Meric, picchiato a morte da un gruppo di skinhead appartenenti al gruppo neofascista Gioventù Nazionalista Rivoluzionaria. Un dramma, si legge, che testimonia di una “banalizzazione dell’odio e della violenza che sono intollerabili”. Su questo clima pesa anche la crisi economica (di ieri la notizia dell’aumento record del numero di disoccupati) ma il giornale conservatore rileva anche come le manifestazioni contro i matrimoni gay abbiano “liberato una violenza verbale e simbolica” finora rimasta sottotraccia. Evocare “la resistenza” contro un progetto di legge “come se la Francia fosse una dittatura” o affermare che il capo dello Stato é responsabile “del sangue che verrà presto versato”, come hanno fatto alcuni esponenti della destra istituzionale, offre “ai gruppuscoli più radicali una cassa di risonanza insperata”. Per questo, nel suo editoriale, il quotidiano invita tutte le parti politiche a misurare le parole e gli atti attenendosi “al motto della repubblica”, ovvero: libertà, uguaglianza e fratellanza. Il quotidiano riferisce come la Difesa francese prenda “molto sul serio” gli umori dell’estrema destra cattolica tradizionalista presenti anche fra alcuni militari. I servizi d’intelligence avrebbero messo sotto osservazione queste frange, “minoritarie ma diventate molto visibili dopo le manifestazioni anti matrimonio gay”.

Come segnale di queste tensioni all’interno delle forze armate il quotidiano cita la circolazione su Internet dei contenuti de ‘La revue de l’Arsenal’. La rivista, espressione del movimento Lys Noir (Giglio Nero), ha evocato l’idea di un colpo di Stato militare per rovesciare il governo di Francois Hollande, reo di aver approvato la legge sulle nozze gay. L’appello al putsch non viene di per sé ritenuto preoccupante, mentre lo è il fatto che autorevoli ufficiali e generali cattolici e ultraconservatori vengano esplicitamente nominati come potenziali ‘paladini’ di una lotta contro ”il gabinetto massonico” di Jean-Yves Le Drian, il ministro della Difesa di Hollande. Tra questi pezzi grossi come Benoit Puga, capo di Stato maggiore all’Eliseo, Pierre de Villiers, generale dell’esercito, e Bruno Dary, ex governatore militare di Parigi. Uno scenario improbabile, quello evocato da Arsenal, che però si aggiunge ad altri episodi, questa volta reali, a cui si é assistito negli ultimi mesi: dal clamoroso gesto di Dominique Venner, 78 anni, storico e saggista dell’estrema destra, che poche settimane fa si é sparato in bocca dietro all’altare di Notre-Dame per protestare contro le nozze gay e quella che definiva “la caduta della Francia e dell’Europa” in mano agli islamici. Fino all’uccisione dello studente antifascista mercoledì scorso. A chi chiede lo scioglimento dei gruppi squadristi e violenti dell’estrema destra il ministro dell’Interno socialista, Manuel Valls risponde “Lo faremo, senza dubbio, ma serve tempo, molta determinazione, ma anche metodo e rispetto delle procedure”. “Purtroppo, questo tipo di movimento sta riemergendo”, ha osservato il ministro, parlando di “qualche centinaia di individui”, ma “molto violenti”, “razzisti, antisemiti e omofobi”, che “contestano l’autorità della Repubblica, se non addirittura vogliono rovesciarla”. 

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